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Criminalità organizzata
26.06.2025 - 18:40
Un murales contro la mafia in Veneto
La città scaligera si trova a dover affrontare una realtà inquietante e radicata: quella dell'infiltrazione mafiosa nel tessuto economico e sociale del territorio. A tracciarne i contorni è stata la 5ª Commissione consiliare del Comune, presieduta da Chiara Stella, che ha ospitato l’intervento del Vice Questore della Direzione Investigativa Antimafia di Padova, Cosimo Mancini, e di Pierpaolo Romani, coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, la rete di enti locali impegnata contro le mafie.
Secondo la Relazione semestrale della DIA al Parlamento, riferita al 2024, in provincia di Verona si contano 113 beni e 8 aziende confiscate alla criminalità organizzata, distribuiti in 17 Comuni, incluso il capoluogo. Negli ultimi tre anni la Prefettura ha emesso oltre 30 interdittive antimafia, la maggior parte collegate a imprese legate alla ‘ndrangheta calabrese, attive in settori come costruzioni, logistica, trasporti, turismo e intermediazione di manodopera.
Il dato forse più preoccupante riguarda il numero di segnalazioni di operazioni finanziarie sospette: ben 2.177 nel solo 2024, che fanno di Verona la prima provincia del Veneto per indici di potenziale riciclaggio, secondo i dati dell’Unità di Informazione Finanziaria di Banca d’Italia.
L’assessora alla Sicurezza e Legalità Stefania Zivelonghi ha ribadito l’impegno dell’Amministrazione, che già un anno fa ha avanzato la richiesta di istituire una sede della Direzione Distrettuale Antimafia a Verona. “Siamo orgogliosi della vivacità economica della città – ha dichiarato – ma questa attrattività espone Verona a rischi seri. Non possiamo abbassare la guardia: la legalità va presidiata con tutti gli strumenti a disposizione”.
Durante la Commissione, Cosimo Mancini ha ricordato due operazioni decisive nel contrasto alla criminalità organizzata veronese: Isola Scaligera, condotta dalla Polizia di Stato, e Taurus, portata avanti dai Carabinieri. Entrambe hanno colpito duramente le strutture locali della ‘ndrangheta, confermate anche in sede di Cassazione. “È emersa – ha spiegato Mancini – un’associazione ‘ndranghetista operante tra Verona e provincia da decenni, con legami diretti con la ‘ndrangheta di Reggio Calabria”.
Una presenza trentennale confermata anche da Pierpaolo Romani, che ha sottolineato come le cosche provenienti da Reggio Calabria e Crotone siano attive nel veronese sin dagli anni Ottanta. “Oggi le mafie – ha detto – agiscono come banche e imprese. Non rinunciano alla violenza, ma preferiscono operare con la corruzione, in silenzio, per non spaventare e restare invisibili. Le prove del loro radicamento emergono soprattutto dalle inchieste su reati fiscali e traffico di droga”.
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