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Cronaca
08.07.2025 - 10:28
Foto di repertorio
A distanza di quasi diciassette anni, torna sotto i riflettori il caso dell’omicidio di Maria Pellegrini, la maestra in pensione trovata soffocata nel letto della sua abitazione a Casalserugo (Padova) nel dicembre 2008. Un nuovo indagato riapre le indagini: si tratta di un cittadino albanese di 47 anni, attualmente detenuto per furto, su cui oggi grava l’accusa di omicidio.
A far scattare la svolta investigativa sono state le più recenti analisi genetiche condotte sul nastro adesivo usato per fissare il cellophane con cui la donna fu uccisa. Le tracce di Dna compatibili con l’indagato hanno portato la Procura della Repubblica di Padova a chiedere una perizia in incidente probatorio, al fine di verificare in modo approfondito i risultati e la regolarità della catena di custodia dei reperti.
Il giudice per le indagini preliminari, Claudio Marassi, ha disposto l’incarico per due esperti di primo piano: Ugo Ricci, dell’Ospedale Careggi di Firenze, e Carlo Previdere, medico legale dell’Università di Pavia. L’udienza per il conferimento ufficiale dell’incarico ai periti è già stata fissata. Le operazioni saranno eseguite alla presenza dei consulenti delle parti: i familiari della vittima, assistiti dagli avvocati Gianni Morrone e Luana Masiero, e il legale dell’indagato, Fabio Crea, che ha chiesto un'ulteriore verifica sull'intero iter di acquisizione e conservazione del Dna.
All’epoca del delitto, Maria Pellegrini aveva 78 anni ed era nota in paese per essere una donna autonoma e decisa, con un ingente patrimonio immobiliare che gestiva personalmente. Sebbene non ostentasse ricchezza né tenesse oggetti di valore in casa, tra le piste battute nel 2008 c’erano conflitti legati al suo patrimonio e una possibile rapina finita nel sangue. Tuttavia, nessuna di queste linee investigative aveva portato a risultati concreti.
La riapertura del fascicolo si inserisce in una più ampia strategia della Procura per rivalutare casi irrisolti grazie all’evoluzione delle tecnologie forensi. Se le nuove perizie confermeranno la compatibilità genetica e la correttezza procedurale, il 47enne potrebbe presto essere formalmente accusato dell’omicidio.
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