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Cronaca
10.07.2025 - 14:18
Foto di repertorio
Il Veneto non è più solo terra di industria, turismo e sviluppo: oggi è anche teatro di un’insidiosa infiltrazione criminale che colpisce l’ambiente e l’economia pulita. Secondo i dati dell’ultimo dossier Ecomafia, la regione si colloca al nono posto in Italia per reati ambientali, con 1.823 infrazioni accertate solo nel 2024. Un dato preoccupante che conferma la costante presenza della criminalità ambientale anche al Nord, e in particolare nel ciclo del cemento.
La provincia di Venezia è l’epicentro del fenomeno: da sola totalizza 585 reati ambientali e 1.009 illeciti amministrativi, piazzandosi al dodicesimo posto assoluto tra le province italiane, superando aree tradizionalmente critiche come Palermo, Reggio Calabria o Lecce. Seguono Vicenza, Padova e Belluno, ma nessuna eguaglia il peso del capoluogo lagunare.
Cemento, rifiuti e animali: i fronti dell’illegalità
Il dato più inquietante riguarda il ciclo del cemento, con il Veneto sesto in Italia per infrazioni (886 reati e 905 persone denunciate), a conferma dell’interesse crescente delle ecomafie per questo settore strategico. Vicenza è la provincia più colpita, con 50 reati e 68 denunce, seguita da Belluno e Venezia. Anche il ciclo dei rifiuti presenta criticità, con il Veneto tredicesimo in classifica e Venezia ancora una volta protagonista, con il 60% delle infrazioni regionali.
Nell’ambito della protezione animale, la regione è undicesima a livello nazionale, ma qui Venezia tocca un primato amaro: 264 reati su 367 totali, oltre il 70% del totale regionale.
Criminalità e concorrenza sleale
I numeri fanno emergere un fenomeno strutturale e radicato, non più episodico né marginale. “Il pressing criminale sull’ambiente, in particolare sul cemento, è un campanello d’allarme – avverte Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto –. Chiediamo con forza il potenziamento delle Agenzie regionali per l’ambiente, affinché i controlli siano efficaci, specialmente in vista del PNRR e delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Bisogna alzare la soglia di prevenzione per contrastare chi danneggia il territorio e penalizza le imprese oneste con pratiche illecite.”
Una sfida nazionale
A livello nazionale, i reati ambientali sono aumentati del 14,4% rispetto al 2023. Cala il numero dei sequestri penali (-29,5%) e delle sanzioni amministrative (-22,1%), ma cresce del 67% il valore economico dei beni sequestrati, segno che dietro questi crimini si nasconde un business sempre più redditizio e strutturato.
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