Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Stretta contro l’abusivismo

Blitz GdF nel Rodigino: chiusi un salone di bellezza irregolare e un’officina clandestina

Sequestri e sanzioni per una “ciglista” priva di autorizzazioni e per un meccanico abusivo a Occhiobello

Immagine di repertorio

Immagine di repertorio

Prosegue con determinazione la campagna avviata dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Rovigo per il contrasto all’economia sommersa nel territorio del Polesine. Le recenti attività ispettive, rafforzate dalla collaborazione con diverse associazioni di categoria, hanno portato alla scoperta e alla chiusura di due attività completamente abusive, una nel settore della bellezza e l’altra nell’autoriparazione.

Nel primo caso, il Gruppo di Rovigo ha scoperto una “ciglista” ucraina di 35 anni che operava in pieno centro cittadino senza alcuna autorizzazione comunale o sanitaria. La donna, pur avendo avviato un’attività fiorente, non risultava né iscritta al registro delle imprese né autorizzata dallo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP). Aveva anche comunicato all’Agenzia delle Entrate un codice ATECO generico e non corrispondente alla reale attività di estetista, probabilmente nel tentativo di eludere controlli fiscali. I militari hanno colto la donna sul fatto, mentre stava eseguendo un trattamento su una cliente, e hanno proceduto al sequestro dell’intero salone e delle attrezzature, tra cui lettini, pennelli, aghi per laminazione e altri strumenti professionali. Alla titolare è stata contestata una sanzione che, a discrezione del giudice, potrà arrivare fino a 5.000 euro, oltre alla segnalazione agli enti competenti.

Contemporaneamente, i finanzieri della Tenenza di Occhiobello hanno individuato un’officina meccanica priva di autorizzazione. Il titolare, un italiano di 50 anni, esercitava l’attività di meccanico senza essere iscritto all’albo degli autoriparatori, come previsto dalla Legge 122/1992. Anche in questo caso, il soggetto aveva aperto una partita IVA dichiarando attività generiche come “servizi di sostegno alle imprese” e “vendita online”, tentando così di nascondere l’effettiva natura del lavoro svolto. L’intera officina, con attrezzature come banchi da lavoro, ponte sollevatore e compressori, è stata sequestrata, e il responsabile rischia fino a 15.500 euro di multa.

Per entrambe le attività sono in corso accertamenti fiscali finalizzati a ricostruire il volume d’affari e i redditi sottratti al fisco negli ultimi anni.

Le operazioni confermano l’impegno della Guardia di Finanza nel contrastare il fenomeno del cosiddetto “sommerso d’azienda”, cioè l’esercizio di attività imprenditoriali o professionali in totale violazione delle normative fiscali e regolamentari. Un fenomeno che danneggia non solo le imprese oneste, costrette a subire concorrenza sleale, ma anche i consumatori, i quali rischiano di affidarsi inconsapevolmente a operatori privi delle necessarie competenze professionali.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione