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Stragi sul lavoro

Due operai muoiono in cisterna, esplode la rabbia del PD nel Veneziano: “Morti che si potevano evitare”

Il Partito Democratico e Giovanni Manildo attaccano la Regione dopo l’ennesima tragedia sul lavoro: "Manca una risposta seria, non è fatalità ma un sistema che ha smesso di garantire sicurezza"

Giovanni Manildo, ex sindaco di Treviso e candidato Governatore del Centro Sinistra

Giovanni Manildo, ex sindaco di Treviso e candidato Governatore del Centro Sinistra

Due giovani operai, di 20 e 30 anni, sono morti a Santa Maria di Sala, nel Veneziano, dopo essere caduti in una cisterna. Una tragedia che riaccende l’allarme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e provoca una dura reazione da parte del Partito Democratico veneto e del candidato presidente del centrosinistra, Giovanni Manildo.

«Esprimiamo il nostro profondo cordoglio per il tragico incidente sul lavoro – dichiarano i consiglieri regionali del PD Vanessa Camani, Anna Maria Bigon, Chiara Luisetto, Jonatan Montanariello e Francesca Zottis –. È l’ennesimo episodio di uno strazio angosciante che si ripete senza sosta in Veneto. E, drammaticamente, non si vede una risposta istituzionale all’altezza». Il gruppo denuncia da tempo l’assenza di interventi concreti da parte della Regione, chiedendo misure, investimenti e norme efficaci per prevenire nuove tragedie: «Il governo veneto resta incredibilmente immobile di fronte a un’emergenza quotidiana».

Alla condanna politica si unisce la voce di Giovanni Manildo, candidato del Centro Sinistra alla guida della Regione: «In pochi giorni, tre persone hanno perso la vita mentre lavoravano: due operai in una cisterna e un rider, investito nel Padovano. Vicende diverse, ma unite dalla stessa crudele realtà: si continua a morire di lavoro».

Manildo sottolinea come il tema del lavoro stia emergendo con forza nella sua campagna elettorale: «Mi parlano di precarietà, salari bassi, instabilità. Ma soprattutto di paura: di non farcela, di farsi male, di morire. Non è accettabile. Se il lavoro non è sicuro, non è lavoro».

Per il candidato, il silenzio delle istituzioni è diventato assordante: «Non possiamo considerare queste morti come fatalità. Sono la spia di un sistema malato, che ha smesso di proteggere chi lavora». E promette un cambio di passo: «La sicurezza sarà al centro del mio programma. Basta con lo sfruttamento e con il rischio accettato come normalità. Una società giusta è quella in cui nessuno muore per guadagnarsi da vivere».

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