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Sicurezza industriale
08.08.2025 - 15:00
Il presidente di Confapi Venezia, Marco Zecchinel
Il fenomeno dell’immissione illegale di gas refrigerante in Italia assume proporzioni allarmanti e mette in guardia il mondo produttivo e le autorità. Secondo Confapi Venezia, quasi il 50% del prodotto disponibile sul mercato nazionale proviene da canali irregolari o del tutto illeciti: si tratta di circa 1 milione e 250mila chili di gas non conforme.
Il presidente di Confapi Venezia, Marco Zecchinel, sottolinea l’importanza strategica di alcuni snodi viari del Nord-Est, come il casello di Roncade, Venezia Est e il porto di Venezia, spesso utilizzati come punti di accesso dai flussi illegali provenienti dall’Est Europa. Proprio a Roncade, la Guardia di Finanza di Treviso ha recentemente sequestrato 13,6 tonnellate di gas stoccato in 1.360 bombole: uno dei colpi più significativi inferti alla criminalità in questo settore.
«Invitiamo gli imprenditori – ribadisce Zecchinel – ad acquistare gas solo da operatori certificati e iscritti ai Registri Ambientali italiani ed europei. L’uso di canali paralleli genera concorrenza sleale e produce pesanti danni ambientali. Il gas non controllato contribuisce per il 5% alle emissioni di CO₂ derivanti dal trasporto stradale, pari a circa 80 milioni di tonnellate annue».
Anche Assofrigoristi, associazione di categoria delle aziende attive nella refrigerazione industriale e nel condizionamento non domestico, interviene con fermezza. «L’uso di gas di provenienza incerta – spiega il direttore Marco Oldrati – mette a rischio lavoratori e clienti. Gli impianti caricati con questi prodotti perdono garanzie e coperture assicurative, oltre a rappresentare un pericolo per la sicurezza. Chi accetta di utilizzarli si pone fuori dalla legge e mette a repentaglio la propria incolumità e quella altrui».
Il messaggio delle associazioni è chiaro: più controlli, più prevenzione e un impegno condiviso per difendere legalità, ambiente e sicurezza.
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