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Inchiesta a Venezia
11.08.2025 - 15:40
Foto dell'albero caduto
Svolta nell’inchiesta sul crollo del grande leccio avvenuto il 2 giugno in piazzale Roma, che ferì una ventina di persone, tra cui una donna di 39 anni tuttora in riabilitazione. La procura di Venezia, con il procuratore reggente Stefano Ancilotto e il pm Christian Del Turco, ha acquisito nuovi elementi che sembrano scagionare definitivamente il Comune, spostando l’attenzione sul Consorzio sociale unitario Zorzetto, gestore dell’appalto del verde per Ca’ Farsetti.
Dai documenti emerge che la pianta era già stata dichiarata malata e pericolante dalla società Demetra mesi prima del crollo. Una nota firmata dal dirigente del Verde pubblico, Marco Mastroianni, ne aveva disposto l’abbattimento, includendola in un elenco di alberi da tagliare per motivi di sicurezza. L’ordine era stato trasmesso anche al Csu, che però non avrebbe dato seguito all’intervento.
Ora gli inquirenti dovranno chiarire le cause di questa mancata esecuzione. Il momento chiave sarà la perizia affidata a Lucio Montecchio, professore ordinario di Patologia forestale all’Università di Padova, incaricato di stabilire se il crollo fosse prevedibile. I resti dell’albero, già trasferiti in una caserma, saranno analizzati nei prossimi giorni. È probabile che le persone indagate nominino consulenti di parte per sostenere che l’evento non era prevenibile.
Intanto, sullo sfondo, prosegue la tensione politica e civile sul tema degli abbattimenti. Proteste e sit-in hanno già bloccato interventi in altre zone della città, come in campo Sant’Agnese. Il consigliere comunale verde Gianfranco Bettin ha denunciato che oltre 150 ordini di abbattimento, alcuni datati anche al 2021, non sono stati eseguiti né accompagnati da misure di sicurezza. Il Comune replica che ogni decisione spetta agli agronomi-forestali e che ritardi nell’esecuzione mettono a rischio l’incolumità pubblica.
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