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Sospesi tra vita e morte: salvataggio eroico nel canale Biffis a Pastrengo

Una donna in arresto cardiaco salvata grazie a un intervento al limite dell’impossibile. Il Presidente Zaia: «Non abituiamoci mai all’eroismo di questi soccorritori»

Sospesi tra vita e morte: salvataggio eroico nel canale Biffis a Pastrengo

Foto di repertorio

Un elicottero sospeso nel vuoto, in equilibrio precario sopra le acque in piena del canale Biffis. Un tecnico che si cala tra pareti strette, sfidando la corrente. Una donna in arresto cardiaco, strappata alla morte grazie alla prontezza e al sangue freddo di un’equipe di soccorso che ha reso possibile l’impossibile.

È successo nella frazione di Sega di Cavaion, nel comune di Pastrengo, dove una donna di circa 67 anni è caduta nel canale Biffis. L’allarme al 118 ha fatto decollare in pochi minuti l’elicottero del Suem, protagonista di un’operazione di soccorso che il Presidente della Regione Luca Zaia non ha esitato a definire «al limite dell’impossibile».

«Un salvataggio estremo – ha dichiarato Zaia – dove ogni secondo contava e ogni manovra poteva fare la differenza. Il pilota ha mantenuto l’elicottero fermo in un fazzoletto d’aria sopra la corrente impetuosa. Il tecnico è sceso col verricello tra pareti ravvicinate per raggiungere la donna, mentre il personale sanitario la rianimava ancora in volo. È eroismo vero, e non dobbiamo mai darlo per scontato».

La donna è stata recuperata e rianimata a bordo dell’elicottero, mentre veniva trasportata d’urgenza all’ospedale di Borgo Trento, dove è tuttora ricoverata in codice rosso.

Un addestramento recente, una vita salvata

Un elemento decisivo, secondo il governatore veneto, è stato anche il recente addestramento per operazioni in acqua completato dal team di elisoccorso poche settimane fa, che ha permesso ai soccorritori di affrontare la situazione con tempestività e precisione.

«Questi uomini e donne – ha concluso Zaia – incarnano lo spirito del Veneto più autentico: quello che unisce preparazione, dedizione e altruismo. Non possiamo considerarli solo operatori del soccorso: sono i nostri angeli in cielo. E a loro va la gratitudine di un’intera comunità».

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