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Rapporto Arpav 2024: acque venete resilienti, ma persistono sostanze inquinanti

Nonostante buoni indici ecologici in molte aree, la presenza di mercurio e composti chimici dannosi mantiene lo stato chimico “non buono” secondo le analisi annuali dell’Agenzia regionale

Foto di repertorio

Foto di repertorio

L’Arpa Veneto ha diffuso oggi il Rapporto 2024 sulla qualità delle acque marino-costiere della regione, frutto di un monitoraggio condotto durante l’anno su parametri fisici, biologici e chimici. Lo studio ha preso in esame ossigeno, salinità, temperatura, oltre alla presenza di sostanze inquinanti nell’acqua, nei sedimenti e negli organismi marini. Sono stati analizzati anche indicatori biologici come il fitoplancton e le comunità di animali che vivono sui fondali.

Il quadro generale conferma che le acque a nord e di fronte alla Laguna di Venezia mantengono una buona salute ambientale, dimostrando capacità di resistere agli effetti di eventi climatici estremi e all’apporto di nutrienti dai fiumi. Tuttavia, il rapporto segnala la presenza persistente di mercurio e di composti chimici come PFOS e PBDE, sostanze che possono accumularsi nella catena alimentare e risultare pericolose per l’ambiente e la salute umana.

Nelle zone meridionali e più al largo, l’eccesso di nutrienti ha determinato una qualità solo sufficiente, mentre alcune aree hanno raggiunto livelli mediocri a causa della proliferazione di microalghe. La valutazione complessiva dello stato ecologico e chimico delle acque, in linea con le direttive europee, sarà definita alla fine del periodo 2020-2025, così da garantire un’analisi più stabile e affidabile.

Arpav ribadisce il proprio impegno nel monitoraggio costante e nella collaborazione con le istituzioni competenti per proteggere e migliorare la qualità del mare e delle lagune del Veneto.

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