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Frode agricola

Maxi frode ai fondi europei nel Padovano: quattro condanne e milioni di euro sequestrati. L'analisi del comandante Leonetti

Un’indagine della Guardia di Finanza svela un complesso sistema di raggiri ai danni dei giovani imprenditori agricoli, con contributi comunitari finiti nelle mani sbagliate e beni milionari finiti sotto sequestro

guardia di finanza

Due sottufficiali della Finanza in un'immagine d'archivio

Una vicenda che sembra uscita da un giallo giudiziario ha scosso il mondo agricolo padovano: quattro persone sono state condannate per aver messo in piedi un sofisticato sistema di frode ai danni del Fondo europeo agricolo di garanzia, riuscendo a intascare circa 4,7 milioni di euro di contributi.

La vicenda è emersa grazie a un’indagine approfondita della Guardia di Finanza di Padova, guidata dal comandante provinciale Daniele Leonetti. Ai microfoni di Veneto24, Leonetti ha spiegato che per smascherare i responsabili sono state necessarie intercettazioni, controlli bancari e acquisizione di documenti presso Avepa e Agea, gli organismi che gestiscono i pagamenti dei fondi agricoli.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i quattro condannati avevano messo in piedi una truffa basata su due giovani imprenditori che sulla carta entravano nel settore agricolo, ma che in realtà non avevano alcun interesse a coltivare la terra. «Il loro unico obiettivo era ottenere i contributi finanziari del fondo europeo», ha spiegato Leonetti. I fondi venivano poi girati tramite finti acquisti e conferimenti a società controllate dagli stessi artefici della truffa.

Il tribunale di Padova ha inflitto pene comprese tra un anno e otto mesi e due anni e otto mesi ai quattro responsabili, ordinando anche la confisca dei beni legati al reato. Le indagini patrimoniali hanno portato al sequestro di partecipazioni societarie, denaro, fabbricati, terreni e perfino un intero complesso aziendale per un valore complessivo di circa 3,3 milioni di euro.

Non solo: la Corte dei conti di Venezia, sulla base delle indagini della Guardia di Finanza, ha disposto il sequestro conservativo di ulteriori beni per quasi 4 milioni, mentre sanzioni amministrative per circa 6 milioni di euro sono state comminate dagli organismi pagatori.

«Questa vicenda dimostra quanto sia fondamentale che nel mercato agricolo entrino solo giovani imprenditori veri», ha sottolineato Leonetti, «per proteggere chi vuole realmente lavorare in questo settore e impedire che le risorse comunitarie finiscano nelle mani sbagliate».

L’operazione ha inoltre confermato l’attenzione delle autorità anche verso i fondi più recenti, come quelli del PNRR. Leonetti ha concluso: «Il messaggio è chiaro: rispettare le regole, perché prima o poi tutti i nodi vengono al pettine».

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