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Povertà e disperazione

Occupata a Spinea una casa popolare: madre e due figlie spinte dalla povertà a forzare l’ingresso per avere un tetto sopra la testa

Nel condominio Sanremo del Villaggio dei Fiori, una 35enne siciliana con due bambine ha abbattuto il muro di un appartamento vuoto per dare una casa alle figlie: il suo stipendio da pizzeria non bastava a pagare un affitto

Il condominio Sanremo a Spinea

Il condominio Sanremo a Spinea

Segni evidenti di scasso sulla porta d’ingresso non segnalano l’arrivo di ladri, ma l’ingresso forzato di chi cercava un tetto per sé e le proprie figlie. È quanto avvenuto in un appartamento del condominio Sanremo, nel Villaggio dei Fiori di Spinea, dove ora vive una madre di 35 anni con le figlie di 12 e 10 anni.

Il muro di mattoni che bloccava l’accesso all’alloggio, parte di un lotto di 164 case di edilizia pubblica di proprietà del Comune di Venezia e gestite da Insula, è stato abbattuto con una mazza, trasformando l’abitazione in un luogo occupato abusivamente. La donna, che ha raccontato la vicenda restando nell'anonimato, racconta di un lavoro a tempo indeterminato in una pizzeria, con uno stipendio di circa 1.200 euro al mese, insufficiente a sostenere un affitto e le spese quotidiane per le figlie.

Nonostante il calo della disoccupazione in Italia, cresce la cosiddetta povertà lavorativa: oltre tre milioni di persone, pari al 14% degli occupati, faticano a far quadrare i conti, soprattutto tra i giovani sotto i 35 anni. La madre arrivata dalla Sicilia aveva inizialmente trovato ospitalità presso amici prima di decidere di occupare l’appartamento a Spinea.

A giugno, il nuovo Decreto Sicurezza del Governo Meloni era stato annunciato con l’intento di fermare le occupazioni abusive e prevedere sgomberi rapidi e pene severe. Nel caso del condominio Sanremo, però, il provvedimento si rivela al momento inapplicabile.

Intanto, la Giunta Comunale di Venezia aveva avviato a luglio le procedure per vendere gli appartamenti di Insula ai privati, lasciando però ancora vuoti diversi alloggi che si trasformano così in rifugi per chi, nonostante il lavoro, non riesce a trovare una sistemazione dignitosa.

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