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Cronaca
05.09.2025 - 17:08
Foto di repertorio
Nonostante la denuncia pubblica e le prime indagini avviate, il sito web che ospita video rubati da videocamere private continua a essere attivo. Si tratta di una piattaforma a pagamento che offre l’accesso a centinaia di filmati girati senza autorizzazione all’interno di abitazioni private, studi medici, centri estetici e strutture sensibili, in Italia e all’estero. A svelarlo è stata Yarix, azienda trevigiana leader nel settore della cybersicurezza, che fa parte del gruppo toscano Var Group.
L’indagine condotta da Yarix ha rivelato l’esistenza di un vero e proprio mercato illegale di immagini ottenute violando la privacy di migliaia di persone inconsapevoli, riprese all’interno di ambienti privati attraverso sistemi di sorveglianza compromessi. I filmati vengono raccolti, catalogati e rivenduti agli utenti che sottoscrivono un abbonamento al sito incriminato.
La piattaforma web in questione, segnalata nelle ultime ore anche alle autorità competenti, risulta ancora perfettamente accessibile. Il blocco del sito – spiegano fonti investigative – potrà avvenire solo dopo un decreto della Procura distrettuale di Venezia, che ha preso in carico il caso.
Il lavoro di Yarix ha inoltre portato alla luce altri portali minori che seguono uno schema simile: accedono a videocamere private vulnerabili e diffondono materiale senza alcuna autorizzazione. Anche questi siti, sebbene con meno contenuti rispetto al principale, sono ora al vaglio della Polizia Postale del Veneto, incaricata di raccogliere prove, tracciare i flussi informatici e identificare i responsabili.
Secondo gli esperti, i sistemi di videosorveglianza domestici – specialmente quelli connessi a Internet – possono essere facilmente violati se non adeguatamente protetti. Molte videocamere IP vengono installate senza modificare le credenziali di fabbrica, lasciando così la porta aperta a intrusioni. Il rischio è che scene di vita privata vengano esposte o commercializzate senza che i soggetti interessati ne abbiano la minima consapevolezza.
Il caso, che ha immediatamente suscitato l’interesse della magistratura e della politica, potrebbe allargarsi nei prossimi giorni, anche in virtù dei nuovi elementi raccolti. Le verifiche richiederanno tempo, anche perché sarà necessario coinvolgere provider internazionali e tracciare i flussi di dati tra diversi Paesi.
"È una violazione gravissima – spiega Yarix – che dimostra quanto sia urgente investire in sicurezza informatica, anche a livello personale. Oggi ogni casa è potenzialmente connessa, ma pochi sono consapevoli delle vulnerabilità che questo comporta".
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