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Cronaca
10.09.2025 - 08:00
Foto di repertorio
Una vibrazione silenziosa, ma carica di urgenza. Un segnale che rompe la quiete della centrale operativa e diventa subito azione. È successo a Chioggia, dove la polizia ha arrestato in flagranza di reato un uomo sottoposto a braccialetto elettronico per precedenti violenze contro una donna. Il dispositivo ha fatto il suo dovere: ha segnalato la violazione delle prescrizioni, permettendo un intervento tempestivo e, forse, impedendo conseguenze ben più gravi.
Secondo quanto appreso, gli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Chioggia sono intervenuti pochi minuti dopo l’attivazione dell’allarme. Il soggetto, già indagato per comportamenti violenti, si trovava in una zona dove non avrebbe potuto trovarsi, secondo le restrizioni imposte dal giudice. Le pattuglie lo hanno bloccato sul posto e tratto in arresto, in un’operazione che testimonia l’efficienza del sistema di controllo attivo sul territorio.
Il braccialetto elettronico non è solo uno strumento di controllo, ma un mezzo di prevenzione concreta. Viene applicato in casi in cui il giudice ritenga necessario monitorare il rispetto di divieti di avvicinamento, come nei contesti di violenza domestica o di genere. Quando il soggetto supera i limiti imposti — avvicinandosi alla vittima o a luoghi proibiti — il dispositivo attiva automaticamente un segnale d’allarme.
La sinergia tra tecnologia e protocolli operativi può rivelarsi decisiva. Laddove il tempo è un fattore determinante, come spesso accade nei casi di stalking o violenza, poter agire nell’immediato fa la differenza tra la sicurezza e il pericolo.
Stavolta, grazie al corretto funzionamento del braccialetto elettronico e alla prontezza della polizia, si è evitata una possibile tragedia.
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