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Cronaca
10.09.2025 - 09:57
Foto di repertorio
Una notte di paura quella tra martedì 9 e mercoledì 10 settembre a Valdobbiadene, dove un intervento d’emergenza si è trasformato in un incubo per il personale sanitario e le forze dell’ordine. Un uomo, colto da un forte dolore al braccio e non responsivo — sintomi compatibili con un infarto — è andato in escandescenza durante il soccorso, aggredendo violentemente medici, infermieri e carabinieri intervenuti sul posto.
L’allarme è scattato attorno a mezzanotte, quando l’automedica del Suem di Montebelluna è stata inviata in codice rosso in supporto ai colleghi di Valdobbiadene, insieme a vigili del fuoco e a una pattuglia dei carabinieri, per un intervento di apertura porte in un’abitazione privata.
Una volta dentro, la situazione è precipitata. Nonostante le gravi condizioni e l’apparente stato confusionale, il paziente — in evidente stato di alterazione psicofisica — ha reagito con estrema violenza al tentativo di soccorso: calci, pugni, sputi e insulti contro chi stava cercando di aiutarlo.
La tensione è salita alle stelle quando una dottoressa, temendo per la propria incolumità, si è vista costretta a barricarsi in bagno, chiudendosi a chiave per sfuggire alla furia dell’uomo. Intanto, un infermiere è stato raggiunto da uno sputo, fatto che ha reso necessario l'avvio immediato della procedura di incidente biologico in pronto soccorso.
Anche uno dei carabinieri presenti è stato aggredito: secondo le prime ricostruzioni, avrebbe ricevuto uno schiaffo durante il tentativo di contenere l’uomo.
Il paziente è stato bloccato e arrestato, quindi condotto nella caserma dei carabinieri per gli accertamenti del caso. Al momento, è in attesa di eventuali provvedimenti dell'autorità giudiziaria.
Nonostante il pericolo e lo shock, il personale sanitario ha continuato a svolgere il proprio lavoro con professionalità, prestando assistenza fino all’arrivo dei rinforzi.
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