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Treviso, intensificati i controlli sul lavoro irregolare e la sicurezza: 6 attività sospese e multe per 150 mila euro

Il Nucleo Ispettorato del Lavoro dei Carabinieri scopre otto lavoratori “in nero” e 14 aziende non conformi alle norme di sicurezza

Treviso, intensificati i controlli sul lavoro irregolare e la sicurezza: 6 attività sospese e multe per 150 mila euro

Le forze dell'ordine al lavoro

Proseguono senza sosta i controlli del Nucleo Ispettorato del Lavoro (NIL) dei Carabinieri di Treviso, impegnati in un’azione capillare su tutto il territorio provinciale per contrastare il lavoro sommerso e garantire il rispetto delle norme sulla salute e sicurezza negli ambienti lavorativi. L’operazione, intensificata nel periodo conclusivo dell’estate, ha coinvolto in particolare il settore dei pubblici esercizi e si è estesa a numerose attività commerciali e produttive.

Nel corso dell’attività ispettiva sono emersi dati preoccupanti: otto lavoratori sono stati trovati impiegati senza alcuna regolarizzazione contrattuale, di cui sei in bar e ristoranti, uno in un salone di parrucchieri e uno in un autolavaggio. Sei attività sono state sospese a seguito di gravi irregolarità, tra cui la mancanza del Documento di Valutazione dei Rischi e la presenza di lavoratori in nero.

Episodi significativi sono stati registrati in vari comuni: a Castelfranco Veneto una caffetteria è stata chiusa per gravi carenze sulla sicurezza e per aver impiegato una lavoratrice “in nero”; in una struttura ricettiva è stato scoperto un lavoratore di pulizie senza alcuna comunicazione obbligatoria; a Casale sul Sile e Montebelluna, altre attività sono state sospese per analoghe violazioni.

Le ispezioni hanno coinvolto anche realtà produttive e commerciali di Cison di Valmarino e Caerano San Marco, con altre due attività chiuse per impiego irregolare di personale, tra cui un salone di parrucchieri etnico.

Oltre al lavoro sommerso, sono state accertate numerose inadempienze legate alla sicurezza sul lavoro, quali mancata formazione del personale, assenza o ritardi nell’aggiornamento del Documento di Valutazione dei Rischi e mancanza di addetti alla gestione delle emergenze. Complessivamente, le sanzioni amministrative irrogate hanno superato i 150 mila euro.

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