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Aggressioni in corsia
19.09.2025 - 11:33
TREVISO - OSPEDALE©NICOLA FOSSELLA
Cresce la tensione negli ospedali della Marca Trevigiana, dove gli episodi di violenza contro medici, infermieri e operatori socio-sanitari stanno diventando allarmanti. A lanciare l’allarme sono le segreterie territoriali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Nursing Up e Nursind, che in una nota congiunta chiedono all’Ulss 2 e alla Regione Veneto di adottare misure urgenti per tutelare chi lavora in corsia.
«Non possiamo più rimanere in silenzio – spiegano i rappresentanti sindacali –. Ogni aggressione è un attacco alla dignità dei lavoratori e al diritto dei cittadini a ricevere cure in un ambiente sicuro».
I numeri diffusi dall’azienda sanitaria fotografano una vera escalation: nel 2022 le segnalazioni di episodi violenti erano state 480, mentre nel 2023 sono salite a 700, con 40 denunce di infortunio legate ad aggressioni. I reparti più a rischio risultano i pronto soccorso, le emergenze e la psichiatria, dove la frustrazione di pazienti e familiari spesso degenera in insulti, minacce o veri e propri attacchi fisici.
Oltre al problema della sicurezza, i sindacati puntano il dito contro i turni estenuanti e la cronica carenza di personale: «Chi lavora in sanità è già provato da ritmi massacranti – denunciano –, e in questo clima le violenze aggravano ulteriormente lo stress, generando tensioni anche tra colleghi».
Le richieste sono precise: aumento dell’organico per alleggerire i carichi di lavoro, più sorveglianza nelle strutture più esposte con telecamere e presidi delle forze dell’ordine, formazione del personale anche nella gestione dei conflitti. «La violenza non deve mai essere tollerata – ribadiscono le sigle –, servono segnali chiari e provvedimenti concreti. Chi aggredisce deve essere perseguito con severità».
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