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Due anni dalla tragedia

Due anni fa la tragedia del bus di Mestre: la procura annuncia la chiusura delle indagini entro dicembre

Il 3 ottobre 2023 il pullman elettrico precipitava dal cavalcavia con 22 persone a bordo

Due anni fa la tragedia del bus di Mestre: la procura annuncia la chiusura delle indagini entro dicembre

Foto di repertorio

Due anni sono trascorsi da quella sera drammatica del 3 ottobre 2023, quando un autobus elettrico, partito da Venezia e diretto a Marghera, uscì di strada e precipitò dal cavalcavia Vempa, all’altezza della stazione ferroviaria di Mestre. Un impatto devastante che costò la vita a 22 persone, tra cui l’autista Alberto Rizzotto, unico italiano tra le vittime.

Oggi, nel secondo anniversario di una delle tragedie stradali più gravi della storia recente in Italia, la Procura di Venezia ha fatto sapere che le indagini verranno chiuse entro il 3 dicembre 2025, termine ultimo della seconda proroga concessa per completare il lavoro istruttorio.

Indagini complesse, focus sul guard-rail fuori norma

L’inchiesta, affidata ai pm Cameli e Gava e coordinata dal procuratore aggiunto Stefano Ancilotto, ha già prodotto numerosi elementi tecnici. Inizialmente si era ipotizzato un guasto meccanico al bus – un mezzo elettrico di fabbricazione cinese – ma l’attenzione si è progressivamente spostata sul guard-rail fuori norma e su un varco aperto che avrebbe favorito la caduta del mezzo dopo un’uscita di carreggiata durata circa 50 metri.

La procura ha parlato chiaro: si tratta di ricostruire la catena delle responsabilità di chi, pur a conoscenza della pericolosità di quel tratto, non è intervenuto o non ha segnalato il rischio. Al centro delle verifiche anche i rapporti tra le società coinvolte nella gestione del mezzo e gli enti pubblici responsabili della manutenzione stradale.

Un ricordo ancora vivo

A distanza di due anni, la ferita per la strage di Mestre è ancora aperta. La città ricorda le vittime, quasi tutte turisti stranieri che stavano rientrando da una visita a Venezia. Il Comune e la cittadinanza si stringono ancora una volta nel ricordo, mentre le famiglie chiedono giustizia, verità e responsabilità.

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