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Crisi penitenziaria

Emergenza suicidi nelle carceri italiane: oggi a Verona il 65esimo da inizio anno

Il sindacato Uilpa denuncia sovraffollamento e carenze di organico: «Numeri indegni per un Paese civile»

carcere montorio

Il carcere di Montorio

Un detenuto di 51 anni, di origini albanesi, si è tolto la vita nel carcere di Montorio a Verona. L’uomo, arrestato per maltrattamenti in famiglia, si è impiccato nella cella della prima sezione nel pomeriggio di domenica.
La notizia è stata resa nota da Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, che ha sottolineato come questo gesto tragico rappresenti il 65esimo suicidio registrato negli istituti di pena italiani dall’inizio del 2025, a cui si sommano un internato in una Rems e tre operatori.

«Numeri indegni per un Paese civile – ha commentato De Fazio – che non sembrano scalfire le coscienze di chi ha la responsabilità politica e amministrativa delle carceri». A Verona, ha ricordato il sindacalista, a marzo si erano già verificati due suicidi a distanza di meno di 48 ore.

Il problema del sovraffollamento rimane centrale: «Nella Casa circondariale di Montorio – ha spiegato – sono presenti 607 detenuti a fronte di 332 posti disponibili, con un tasso di sovraffollamento pari all’83%. Gli agenti di Polizia penitenziaria in servizio sono 370, quando ne servirebbero almeno 420».

Il quadro nazionale non è meno critico. «I reclusi sono 63.120 a fronte di 46.609 posti regolamentari – ha aggiunto De Fazio – mentre nelle carceri italiane mancano oltre 20mila agenti. I detenuti vivono condizioni non dignitose e il personale è stremato da carichi di lavoro e turni che arrivano fino a 26 ore continuative. È una situazione che non risponde più neppure ai presupposti giuridici per il mantenimento degli istituti penitenziari».

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