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Rimpianto fatale

“Abbiamo sbagliato a non curare nostro figlio”: il pentimento dei genitori che seguirono il “metodo Hamer”

La coppia vicentina è sotto processo per la morte del figlio quattordicenne malato di tumore. Scelsero di rifiutare la chemioterapia affidandosi a una terapia alternativa, poi rivelatasi fatale

Il tribunale di Vicenza

Il tribunale di Vicenza

Si apre con un'ammissione di colpa il processo davanti alla Corte d’Assise di Vicenza per la morte di Francesco, 14 anni, stroncato da un tumore osseo dopo che i genitori avevano deciso di rinunciare alle cure mediche tradizionali per seguire il cosiddetto “metodo Hamer”. Luigi Gianello e Martina Binotto, residenti nel Vicentino, sono imputati di omicidio con dolo eventuale, accusati di aver ritardato e poi negato al figlio le terapie oncologiche che avrebbero potuto dargli una possibilità di sopravvivenza.

L’udienza di ieri si è conclusa con un rinvio a gennaio, dopo che la Corte ha accolto un’eccezione formale della difesa riguardante una notifica sbagliata a carico della madre. La vicenda giudiziaria proseguirà con una nuova udienza preliminare, per poi riunire la posizione dei due imputati.

Francesco era stato diagnosticato con un osteosarcoma al femore nel 2022 all’Istituto Rizzoli di Bologna. Invece di proseguire con gli esami e i trattamenti indicati dai medici, la famiglia si era affidata a un medico di Padova seguace di Ryke Geerd Hamer, ideatore di una teoria che attribuisce le malattie a “conflitti interiori” e che rifiuta la medicina convenzionale.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il ragazzo fu sottoposto a pratiche come impacchi di argilla, integratori e soggiorni in centri di “rinforzo fisico” in Toscana, dove si puntava su alimentazione, sole e massaggi. Solo quando la situazione divenne disperata, Francesco venne portato all’ospedale San Bortolo di Vicenza, dove morì nonostante l’avvio tardivo della chemioterapia.

La procura, guidata dal pm Paolo Fietta, aveva già ricevuto una segnalazione dai servizi sociali del Comune, quando le condizioni del giovane erano ormai gravi.

In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, i genitori hanno espresso profondo rimorso.
«Non abbiamo mai voluto fare del male a nostro figlio – ha detto il padre –. Il dolore che proviamo, e che prova anche suo fratello, è indescrivibile. Voglio dire a chiunque si trovi nella nostra situazione: andate in ospedale, affidatevi ai medici. Potete anche ascoltare chi parla di Hamer, ma non lasciate la medicina».

Anche la madre, Martina Binotto, ha lanciato un messaggio netto: «State lontani da Hamer. Se volete provare qualcosa di alternativo, fatelo per voi stessi, non per i vostri figli».

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