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Omicidio di Paolo Vaj
22.10.2025 - 16:41
Patrizia Armellin
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato da Patrizia Armellin, 60enne di Vittorio Veneto, rendendo definitiva la condanna a 24 anni per l’omicidio di Paolo Vaj, 56 anni, avvenuto nella notte tra il 18 e il 19 luglio 2019 nella casa di via Cal dei Romani. Anche per Angelica Cormaci, condannata a 16 anni, la situazione rimane invariata, dal momento che la giovane ha deciso di non presentare ricorso davanti agli Ermellini.
Secondo quanto riferito dagli atti processuali, la vicenda era già stata riesaminata più volte dai giudici: la Corte d’Appello aveva dovuto ricalcolare la pena dopo che la Cassazione, nel gennaio 2024, aveva annullato in parte la sentenza per l’aggravante della premeditazione. Nonostante questo, le condanne e l’aggravante erano state confermate.
La prova principale a carico delle imputate erano le conversazioni scambiate tra Armellin e Cormaci tramite WhatsApp, Messenger e Telegram, dalle quali emergerebbe il movente economico legato alle polizze assicurative da quasi 500mila euro, di cui Vaj aveva indicato beneficiaria la Armellin.
Dagli atti si evince che i dialoghi tra le due donne sarebbero iniziati prima che Cormaci si trasferisse nella casa di via Cal dei Romani, alla fine di gennaio 2019. Secondo la ricostruzione dei magistrati, la più giovane avrebbe instaurato un rapporto di forte dipendenza affettiva nei confronti di Armellin, che l’avrebbe guidata e indotta a nutrire risentimento verso Vaj, con l’obiettivo di ottenere il denaro delle polizze. In più messaggi, Armellin avrebbe parlato di presunti maltrattamenti subiti dall’uomo e della necessità di agire, mentre Cormaci avrebbe manifestato la volontà di fare del male a Vaj.
Il giorno del delitto, sempre secondo gli atti, Vaj aveva un tasso alcolico molto elevato e sarebbe stato aggredito nella camera da letto principale con un bastone da tende, riportando ferite lacero contuse. Successivamente, si sarebbe spostato nella cameretta dove Cormaci avrebbe tentato di soffocarlo con un cuscino; la posizione assunta dalle due donne avrebbe provocato la morte per schiacciamento toracico.
La difesa delle imputate aveva contestato la lettura dei messaggi e la dinamica dell’omicidio, ma i giudici avevano ritenuto sufficienti gli elementi a carico delle due. Con il rigetto del ricorso in Cassazione, la pena di Armellin è diventata definitiva.
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