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Femminicidio di Castelnuovo
29.10.2025 - 15:55
I carabinieri sotto la casa della vittima
«Mi scriveva che la picchiava per educarla, come se fosse un cane, come se non fosse niente». Con voce spezzata, Lisa, la sorella di Jessica Stappazzollo, ha raccontato davanti alle telecamere di Ore 14, su Rai 2, l’incubo vissuto dalla giovane donna, uccisa pochi giorni fa dal compagno Douglas Reis Pedroso con «un numero smisurato di coltellate», come ha riferito la Procura di Verona.
Jessica e Douglas, entrambi di origine brasiliana ma residenti da tempo in Italia, vivevano insieme nella casa di lui, a Castelnuovo del Garda. Una relazione segnata da continue liti e violenze, tanto che ad aprile scorso all’uomo era stato imposto il braccialetto elettronico, mentre a Jessica era stato consegnato il dispositivo che avrebbe dovuto far scattare l’allarme in caso di avvicinamento. Quel ricevitore, però, è stato ritrovato nel garage dell’abitazione dei familiari della vittima.
«Non sapevo che questo apparecchio fosse qui – ha detto la madre di Jessica ai microfoni della trasmissione –. Io le dicevo sempre di tornare a casa, che quell’uomo era pericoloso».
Durante la puntata sono stati mostrati alcuni messaggi WhatsApp tra la coppia. Jessica, che lo aveva salvato in rubrica come “amore della mia vita”, scriveva: «Sono tutta ferita per colpa tua, non riesco a deglutire, sono piena di lividi». Lui rispondeva: «Guarda, non è facile gestirti».
«Ci raccontava delle botte? Poche volte – ha aggiunto Lisa –. Diceva che lui non lo faceva apposta. Ma aveva paura. Ha tentato di aggredire anche me, una volta. L’ho denunciato. Poi Jessica mi aveva promesso che non lo avrebbe più visto».
Oggi, a Castelnuovo del Garda e in tutta la provincia di Verona, la comunità si stringe attorno alla famiglia Stappazzollo, chiedendo verità e giustizia per l’ennesima vittima di una violenza che, ancora una volta, si sarebbe potuta fermare.
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