Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Giustizia minorile

Delitto Favaretto, il giudice concede a quattro minori la messa alla prova: sconto di pena per i ragazzi coinvolti

A dicembre inizierà il processo ai coetanei maggiorenni, chiamati a rispondere davanti al giudice per l’uccisione avvenuta a Treviso nel 2024

Treviso, cinque minorenni arrestati per la morte di Francesco Favaretto

Foto di repertorio

Si è chiusa con un “maxi sconto” per quattro dei ragazzi coinvolti nel delitto di Francesco Favaretto, il 22enne ucciso a Treviso lo scorso dicembre, l’udienza preliminare che si è svolta questa mattina, 5 novembre, davanti al giudice del Tribunale dei Minori di Venezia. I giovani, tutti minorenni al momento dei fatti, sono stati ammessi alla messa alla prova, misura che consente di evitare il processo in cambio di un percorso di riabilitazione e impegno sociale.

La quinta imputata, invece, otterrà una revisione delle accuse: il suo avvocato, Guido Galletti, ha chiesto infatti alla Procura minorile di riformulare il capo d’imputazione, ritenuto troppo generico. Secondo quanto emerso, il Tribunale del Riesame aveva già escluso la sua partecipazione diretta all’omicidio, permettendole di lasciare la comunità e di tornare a casa in regime di detenzione domiciliare. La Procura avrà tempo fino al 3 dicembre per chiarire meglio il ruolo della ragazza nell’aggressione che, l’11 dicembre 2024, portò alla morte di Favaretto in via Castelmenardo, nel cuore di Treviso.

Intanto si avvicina anche l’udienza per i quattro ragazzi maggiorenni coinvolti nel caso: compariranno il prossimo 2 dicembre davanti al giudice Cristian Vettoruzzo. Tra loro, il 18enne di Villorba, Angelo Riccardo Ozuna, accusato di aver colpito la vittima a calci e pugni; il 19enne Toluwaloju Mclinkspual Ade, che secondo l’accusa avrebbe inferto le coltellate fatali; la fidanzata, la 19enne Abi Traore di Ponte di Piave, accusata di aver lanciato una bottiglia contro Favaretto; e Marius Popa, moldavo di 20 anni, imputato solo per concorso in rapina.

Secondo gli atti del Tribunale minorile, i giovani si sarebbero scagliati contro il 22enne per rubargli un panetto di hashish, colpendolo con violenza sproporzionata rispetto al fine della rapina. Nelle motivazioni del giudice per le indagini preliminari si legge che i minori “sono incapaci di contenere i propri comportamenti, socialmente pericolosi”, e che esisteva un rischio concreto di reiterazione del reato.

Le indagini hanno inoltre messo in luce precedenti di bullismo, furti e droga nel gruppo. Uno dei ragazzi era già stato ammonito dal Questore di Treviso per minacce e atti di prevaricazione verso coetanei, mentre una delle ragazze era nota alle forze dell’ordine per reati legati agli stupefacenti.

Un sesto minorenne, difeso dall’avvocato Fabio Crea, è invece a processo con rito abbreviato, sempre a Venezia. Si tratta del 16enne accusato di aver colpito Favaretto alla schiena con un pezzo di vetro. Una perizia psichiatrica ha stabilito che il giovane era pienamente capace di intendere e di volere. La sentenza è attesa per il 12 novembre.

L’omicidio Favaretto, che aveva scosso la comunità trevigiana nel pieno delle festività natalizie, continua dunque a tenere banco tra le aule giudiziarie del Veneto, con un intreccio di responsabilità minorili e maggiorenni che la giustizia cercherà di chiarire nelle prossime settimane.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione