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Allarme morti sul lavoro
14.12.2025 - 11:33
Foto di repertorio
Il Veneto continua a pagare un prezzo altissimo sul fronte della sicurezza sul lavoro. Nei primi dieci mesi del 2025, le morti sul lavoro nella regione sono salite a 100, contro le 64 registrate nello stesso periodo dell’anno precedente, segnando un incremento del 56,3%. La provincia di Venezia, con 33 vittime, è tra le più colpite, preceduta solo da Verona e Vicenza, secondo i dati Inail diffusi il 5 dicembre e rielaborati dall’Osservatorio Vega di Mestre.
Quasi la metà delle vittime (42%) è di origine straniera, un dato che evidenzia l’urgenza di interventi mirati nella prevenzione e nella formazione. Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente, ha evidenziato che il Veneto continua a registrare decessi in occasione di lavoro e che i numeri sono drammatici. Ha inoltre sottolineato come gli incidenti sul posto di lavoro, quelli che meglio misurano la sicurezza reale, siano già saliti a 70 rispetto ai 47 dello scorso anno, definendo la situazione sempre più allarmante.
La distribuzione territoriale mostra Verona al primo posto con 22 decessi totali, seguita da Venezia e Vicenza (19), Padova (18) e Treviso (13). Per quanto riguarda gli incidenti “in occasione di lavoro”, Vicenza guida la classifica con 16 casi, seguita da Venezia (14) e Verona e Padova (12).
Anche le denunce di infortunio evidenziano un aumento: da gennaio a ottobre 2025 sono 60.052, contro le 58.490 dello stesso periodo del 2024. La maggioranza riguarda uomini (34.572 in occasione di lavoro) e lavoratori stranieri (13.386 in occasione di lavoro), confermando le categorie più esposte al rischio.
I settori più a rischio restano le attività manifatturiere, con 11.082 denunce, seguite da costruzioni, commercio, trasporti e sanità.
Di fronte a questo quadro, la Cgil Veneto ha lanciato un appello urgente alla nuova giunta e al presidente Luca Stefani, chiedendo un intervento immediato per rafforzare gli organici degli enti preposti ai controlli, investire nella formazione e nella prevenzione, e migliorare l’organizzazione del lavoro nelle imprese, sottolineando che la sicurezza dei lavoratori non può essere considerata un costo, ma un diritto inalienabile.
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