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Bullismo, l’allarme nelle scuole venete: coinvolto uno studente su tre

Il monitoraggio regionale fotografa una realtà più dura di quanto percepito dai docenti

Bullismo, l’allarme nelle scuole venete: coinvolto uno studente su tre

Foto di repertorio

Il bullismo continua a rappresentare una ferita aperta nel sistema scolastico veneto. Secondo i dati più recenti del monitoraggio condotto dalla Piattaforma Elisa, circa il 30 per cento degli studenti delle scuole secondarie ha subito episodi di prevaricazione da parte dei coetanei. Un fenomeno diffuso e persistente, che coinvolge migliaia di giovani e che, in molti casi, resta sommerso.

L’indagine, che ha interessato oltre 22 mila ragazzi, rivela anche un altro dato significativo: quasi uno studente su cinque ammette di aver preso parte attivamente a comportamenti riconducibili al bullismo. Il cyberbullismo, in particolare, riguarda il 8 per cento del campione, sia sul fronte delle vittime sia su quello degli autori, confermando come le dinamiche di sopraffazione si siano ormai spostate anche nello spazio digitale.

Le forme di violenza più ricorrenti sono spesso legate al pregiudizio. A essere presi di mira sono l’etnia, l’orientamento sessuale e la disabilità, elementi che continuano a generare esclusione e discriminazione all’interno delle classi.

A preoccupare è soprattutto il divario che emerge tra la percezione degli adulti e la realtà vissuta dagli studenti. Se la quasi totalità degli insegnanti considera la scuola un ambiente sicuro, una parte consistente dei ragazzi dichiara invece di sentirsi esposta, lamentando una carenza di regole chiare e di punti di riferimento. Emblematico il caso del docente referente per il contrasto al bullismo: figura prevista nella maggioranza degli istituti, ma conosciuta solo da una minoranza degli studenti.

Uno scollamento che evidenzia la necessità di rafforzare il dialogo tra scuola, istituzioni e giovani. Come sottolineato dal direttore dell’Ufficio scolastico regionale, i numeri non sono solo una fotografia del presente, ma uno strumento indispensabile per individuare le criticità e costruire interventi più efficaci. L’obiettivo resta quello di promuovere una cultura della legalità fondata sul rispetto, sulla responsabilità e sull’ascolto, dentro e fuori le aule.

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