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Arte per tutti

A lezione di arte moderna al centro commerciale

In occasione della mostra su Modigliani all'Ipercity, il professor Parisot parla a scuole e curiosi raccontando i processi dietro al genio creativo

Il professor Cristian Parisot durante l'evento

Il professor Cristian Parisot durante l'evento

Quando si pensa all'arte è inevitabile correre con la mente ai grandi musei internazionali, come il Louvre di Parigi o il MoMa di New York. I più legati alle nostre terre magari penseranno a Venezia o ai Musei Eremitani di Padova, ma sicuramente nessuno andrebbe a immaginare che la hall di un centro commerciale diventi un hub culturale incentrato sull'arte moderna e aperto a tutti i visitatori della struttura.

Eppure è questo lo spirito della mostra "Modigliani: Lo sguardo delle donne" allestita all'Ipercity di Albignasego dal 20 gennaio allo scorso 16 febbraio. Un progetto incentrato sui ritratti femminili di Amedeo Modigliani, con la partecipazione di due talentuose artiste contemporanee locali come Anna Shalaby e Carolina "Carolì" Blanco.

La mostra, completamente gratuita, si è incentrata sul concetto di "arte per tutti", con visite delle scuole elementari, medie e superiori del territorio, corredate da esperienze multimediali come la realtà virtuale.

E per chiudere in bellezza, il terzultimo giorno della mostra ha visto un ospite d'eccezione, il professor Cristian Parisot, uno dei più importanti critici ed esperti di Modigliani, nonché tra i primi promotori del concetto di "arte per tutti" che anima la mostra. Il docente ha infatti spiegato che uno dei primi eventi di questo genere è stato allestito proprio da lui in un centro commerciale di Tokyo 25 anni fa, per un evento che ha visto la partecipazione di numerose figure pubbliche e "idols" locali, arrivando a coinvolgere oltre 500mila visitatori. Dopodiché si è rivolto agli studenti di una scuola media per parlare del processo creativo dietro l'arte di Modigliani.

I temi trattati dal critico non sono stati affatto leggeri, incentrandosi sull'uso di droghe e la prostituzione, che il professore ha affrontato con delicatezza e sapiente teatralità, andando a sdoganare falsi miti su questi stereotipi del mondo bohemienne. Nonostante si sia annunciato come "uno di quei vecchi professoroni rompiscatole", Parisot ha subito rapito i giovani studenti con i suoi affascinanti discorsi e il suo modo di fare accattivante.

"La figura della modella a cavallo tra l'800 e il 900", spiega Parisot, "era controversa, ma non va assolutamente accostata a quella della prostituta. Si trattava di giovani donne provenienti dalla campagna e in cerca di cultura e affermazione, che finivano per lavorare negli studi degli artisti emergenti".

E poi ancora sulle droghe, "queste sostanze creano paradisi artificiali, ma l'arte non può provenire da qualcosa di artificiale, è un processo genuino che viene da dentro. Alcuni artisti usavano sostanze stupefacenti per tirare fuori questi sentimenti, ma la vera ispirazione veniva sempre dal loro animo e dal talento che possedevano. Non è di certo la droga a fare l'artista", conclude Parisot.

Tra le opere a corredo della mostra principale, i contributi delle due artiste locali Carolì e Anna Shalaby, i cui stili ben si sposavano con i temi della mostra.

Di seguito l'intervista che Anna Shalaby ha concesso ai nostri microfoni al termine della presentazione di Parisot.

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