Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Attualità

TechNext25, il vino tra sfide e innovazione: il futuro del settore al centro del dibattito

Si è parlato di dazi, strategie manageriali e nuove tecnologie di settore agli "stati generali del vino", sabato 18 ottobre scorso, durante TechNext25, evento collaterale ad Hostaria Verona.

TechNext25, il vino tra sfide e innovazione: il futuro del settore al centro del dibattito

Il Forum TechNext25 sul mondo del Vino, sabato scorso a Villa Brasavola de Massa (Verona)

Oltre i calici: Hostaria Verona come laboratorio di idee

Non solo brindisi e convivialità. L’edizione appena conclusa di Hostaria Verona ha offerto molto più che un itinerario tra sapori e profumi: ha dato spazio alla riflessione, al confronto, al futuro del vino. In questo spirito si è tenuto sabato 18 ottobre TechNext25 – “Dal campo alla piazza”, la tavola rotonda organizzata da Vinext S.p.A. nella cornice di Villa Brasavola de Massa, dove giornalisti, produttori, accademici e imprenditori si sono confrontati sul destino di uno dei comparti più identitari del made in Italy.

Un parterre d’eccellenza

Al tavolo dei relatori dodici protagonisti di primo piano del mondo vinicolo e dell’economia: da Fabio Tamburini, direttore de Il Sole 24 Ore, a Riccardo e Dominga Cotarella, rispettivamente ai vertici di Assoenologi e Coldiretti Campagna Amica; da Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola, a Giancarlo Perbellini, chef tre stelle Michelin; fino ai vertici delle principali aziende e istituzioni del settore: Pierluigi Guarise (Collis Veneto Wine Group), Barbara Ferro (Veronafiere), Andrea Pizzeghella (Signorvino Oniverse), Alberto Lusini (Angelini Wines & Estates) e Franco Meggio dell’Università di Padova. A fare gli onori di casa, Salvatore Vignola, amministratore delegato di Vinext S.p.A., promotore del forum e interprete della svolta tecnologica che sta attraversando il comparto.

Crisi e opportunità: il nodo dell’export

Ad aprire i lavori è stato Fabio Tamburini, che ha messo sul tavolo il tema caldo dei dazi statunitensi e del loro impatto sulle esportazioni italiane: “Le vendite verso gli USA, che rappresentano la metà del nostro export, segnano oggi un -26%. È un dato che preoccupa, ma serve lucidità: il mercato del vino ha sempre dimostrato di sapersi rialzare”. Il giornalista invita a non cedere al panico, ma a guardare ad altri mercati ricettivi.

Cotarella: “Produrre meno, gestire meglio”

Più severo l’intervento di Riccardo Cotarella, presidente nazionale di Assoenologi, che ha richiamato l’attenzione su problemi strutturali: “I dazi ci impensieriscono, certo, ma rischiano di diventare un alibi che ci distrae dai veri problemi del settore”. I numeri parlano chiaro: oltre 40 milioni di ettolitri di vino invenduti in Italia al 31 luglio 2025. “È un segnale evidente: produciamo troppo, e i prezzi non sono più sostenibili. Nemmeno l’export, per quanto dinamico, riesce a smaltire questi volumi. Dobbiamo avere il coraggio di puntare più sulla qualità che sulla quantità”. Cotarella richiama anche una nuova cultura manageriale: “Serve una gestione strategica che affronti inefficienze e fragilità”.

Ristorazione e consumi: il bicchiere cambia volto

Dal fronte della ristorazione, Giancarlo Perbellini fotografa un mutamento nei consumi: “Il vino a bicchiere copre ormai l’80% delle ordinazioni, contro un 15% di bottiglie. È un segnale del calo della capacità di spesa dei clienti”. Per lo chef, il vino resta una voce importante — “circa il 30% del fatturato di Casa Perbellini 12 Apostoli” — ma l’evoluzione dei consumi impone nuove strategie di offerta e comunicazione.

Il vino tra salute e cultura: l’appello di Giacalone

Il giornalista Davide Giacalone sposta il dibattito su un piano culturale: “Si fa troppo allarmismo sanitario sui presunti effetti del vino. Occorre educare al bere consapevole e di qualità; è un problema di misura: come in ogni cosa bisogna contrastare l’eccesso distinguendo uso da abuso”.

Vinitaly, un modello che si espande

Dalla voce di Barbara Ferro, amministratrice delegata di Veronafiere, arriva la testimonianza di un successo consolidato: “La formula doppia di Vinitaly (B2B) e Vinitaly and The City (per il grande pubblico) si è rivelata vincente. Lo dimostrano i numeri: 50.000 biglietti venduti e 500 espositori nell’ultima edizione”. Il modello veronese sarà presto esportato anche in Cina, con un evento a Shanghai.

Accademia e ricerca: il clima come sfida centrale

La prospettiva della ricerca è affidata a Franco Meggio, professore associato dell’Università di Padova: “Il clima non è più un fattore statico: cambiano condizioni anche più volte l’anno. La produzione vinicola deve adattarsi, non solo attraverso l’irrigazione o la scelta dei vitigni, ma ripensando l’intero equilibrio tra sostenibilità e redditività. Un settore su cui puntare il faro della ricerca è la tesaurizzazione dell’acqua e dell’umidità, dea accumulare nei momenti di eccesso e rilasciare gradualmente nei periodi di siccità”.

Tecnologia e innovazione: la visione di Vinext

Il padrone di casa, Salvatore Vignola, chiude il forum guardando al futuro: “La sfida è passare da processi chimici a processi fisici per migliorare la conservazione e la qualità del vino”. Presentate due innovazioni targate Vinext: un metodo per eliminare l’ossigeno in lavorazione — evitando l’ossidazione — e un polimero “intelligente” capace di trattenere e rilasciare l’umidità del terreno, utile per la viticoltura e il verde pubblico. “Segno che la tecnologia del vino può generare valore per l’intero mondo agricolo”. Vignola conclude: “Questo evento nasce dalla necessità di fare sistema per difendere questo nostro prodotto italiano d’eccellenza. Difendere il vino significa difendere il sistema Italia e la cultura italiana nel mondo”. 

Nel video proprio un commento a fine convegno di Salvatore Vignola.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione