Striscia la notizia in missione nel Delta del Po. Domenica sera, il noto tg satirico ha mandato in onda un serviziodell'inviato Edoardo Stoppa per denunciare l'attività di caccia nel Delta. Una vera e propria mattanza, come recita il titolo stesso del servizio: Stoppa, durante un blitz, ha mostrato come i cacciatori utilizzino strumenti apertamente vietati per legge: fucili a cinque colpi anziché tre, richiami vivi legati con una corda ed un peso lungo la battigia e carnieri ben superiori a quanto consentito dalla legge. Il tutto, prontamente filmato dalle telecamere di Stoppa, che hanno ripreso centinaia di anatre uccise dai cacciatori in piena notte, lontani da occhi indiscreti. «In un giorno – spiega l’inviato – un gruppetto di cacciatori ha ucciso più di 900 uccelli». Le raffiche di colpi di fucile riecheggiano nelle valli del Delta per decine di metri in quella che ha tutta l'aria di essere una vera e propria carneficina. «Per ironia della sorte – dice Edoardo Stoppa – a due passi c’è una zona di ripopolamento e cattura con un cartello con la scritta ‘divieto di caccia’». Il responsabile delle guardie venatoria ha raccontato che prima degli appostamenti – i capanni dove si mettono i cacciatori – si dispongono alcune vedette. «Sono persone che conosciamo – precisa il responsabile della polizia provinciale –. Le abbiamo identificate ma non c’è niente che vieta loro di stare lì. Inoltre con un messaggio al cellulare raggiungi chiunque». Ma il servizio di Striscia, sostiene il Resto del Carlino, non racconta tutta la storia. I cacciatori manifestano molti dubbi, per esempio, si chiedono dove abbiano trovato quelle 900 anatre, se fossero in qualche valle dove i cacciatori pagano o in marina. "Da Ca’ Venier a Pila ci sono 10 valli - raccontano i cacciatori al Resto del Carlino -. Il Delta è grande. Dire che i cacciatori sparano nel Delta è come dire che è scoppiato un petardo a Roma".
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