Il libro si focalizza sugli ultimi cinque anni di vita di Freddie Mercury, i più sofferti ma anche i più creativi.
Nell’ambito della rassegna “Incontri con l’autore”, lo scrittore e giornalista Roberto De Ponti ha presentato nella Sala Eracle di Porto Viro, ad una vasta platea di amanti della musica e non, la sua recente fatica letteraria dal titolo “L'ultimo Freddie Mercury. 1986-1991: gli ultimi anni di vita del mito” dedicata al frontman del gruppo rock dei Queen, soffermandosi, in particolare, sulla persona più che sul personaggio e focalizzando l’attenzione sui suoi ultimi cinque anni di vita, i più sofferti ma anche i più creativi. Non a caso, alla domanda postagli dalla moderatrice Arianna Ferrari di indicare con soli tre aggettivi il re del rock nel lasso di tempo finale della sua vita, che terminerà il 24 novembre del 1991, De Ponti ha utilizzato: vitale, effervescente e distaccato, riferendosi in particolare alla sua fervida creatività malgrado il progredire della malattia, tenuta nascosta ai più fino all’ultimo, anche per fugare ogni compassione. Lo scrittore ha poi trattato il pessimo rapporto che i Queen hanno sempre avuto con i tabloid inglesi, i quali sollevavano le accuse più disparate per smontarli. Ciononostante, la band in questo periodo ha saputo comporre alcune tra le canzoni più belle e ancor oggi più celebri, prima fra tutte, a detta dell’autore, il capolavoro “Somebody to love”. A descrivere meglio Mercury è l’epitaffio del collega Brian May, presente nel basamento della statua a lui dedicata a Montreux che recita “Lover of life, singer of songs - Amante della vita, cantante di canzoni”. Durante la serata, quasi a cadenziare il percorso personale e musicale del mito Freddie Mercury, l’accompagnamento musicale dal vivo ad opera del giovane cantante locale Giovanni Gnan. Fabio Pregnolato
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