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Cultura
28.01.2025 - 09:54
Shoah a Loreo
A Loreo, per la prima volta, è stata raccontata la drammatica vicenda della famiglia Hochberger, vittima della Shoah. Gli interventi dei relatori hanno sottolineato l'importanza del ricordo come strumento fondamentale per combattere l'indifferenza e l'odio.
LOREO – Per la prima volta, a ottant’anni dalla liberazione del campo di Auschwitz, Loreo ha scelto di ricordare il dramma della Shoah dando voce a una storia locale fino ad oggi poco conosciuta: quella della famiglia Hochberger. Un padre, una madre e due figli, ebrei ungheresi, che nella disperata ricerca di salvezza trovarono rifugio prima a Trieste e poi a Loreo, solo per essere traditi, catturati e deportati ad Auschwitz, dove persero tragicamente la vita.
L’evento, molto partecipato e seguito anche in streaming, è stato introdotto dal sindaco Moreno Gasparini che ha sottolineato l’importanza di restituire dignità a chi, come gli Hochberger, ha vissuto e sofferto anche nel nostro territorio. La Consigliera Comunale e insegnante in quiescenza Marilena Berto, promotrice dell’iniziativa, ha narrato con precisione la vicenda della famiglia, svelando un legame diretto tra Loreo e una delle più grandi tragedie della storia umana.
La storia degli Hochberger non è solo quella di una fuga fallita, ma un monito per comprendere come anche piccoli centri, apparentemente lontani dai grandi scenari del conflitto, siano stati teatro di episodi drammatici.
Nel corso della serata, il professor Antonio Giolo ha approfondito le radici ideologiche e storiche che portarono alla Shoah. La professoressa Gioia Beltrame, invece, ha affrontato il tema della “banalità del male”, spiegando come persone comuni, mediocri, superficiali, incapaci di pensare al valore morale dei propri atti, siano state proprio loro a compiere il “male”. Diversi gli interventi significativi delle persone presenti in sala e quelle collegate in streaming.
Nel concludere, la Consigliera Marilena Berto ha commentato « La giornata della memoria deve essere un momento significativo per la vita di ogni persona, giovane o meno giovane, per un duplice motivo: chi sa non deve dimenticare e chi non sa deve conoscere gli orrori della storia».
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