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Il punto sul progetto “Blue Crab”, che studia la diffusione del granchio blu nel Nord Adriatico

Paolo Tiozzo “Non possiamo eliminarlo, ma dobbiamo imparare a gestirlo, trasformandolo in un’opportunità “  

 Progetto Europeo Blue Crab

Il Progetto Europeo Blu Crab fa tappa nel Delta

Dal progetto europeo Blue Crab emerge che il granchio blu si riproduce due volte l’anno, è onnivoro, raggiunge la maturità in soli cinque mesi e non ha predatori naturali. Secondo gli studiosi, le principali cause della proliferazione sono dovute al cambiamento climatico.

Nord Adriatico - Nel corso della tre giorni di incontri tra istituzioni, operatori e studiosi, il progetto europeo Blue Crab – Controllo, mitigazione e interventi per la gestione del granchio blu -ha fatto tappa nella Sacca degli Scardovari, cuore pulsante della pesca polesana. L’iniziativa, cofinanziata dal Programma Interreg Italia–Slovenia attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), mira a controllare e gestire la diffusione del granchio blu, specie invasiva che sta mettendo in crisi la biodiversità e l’economia della pesca in tutto l’Alto Adriatico.

Con un budget complessivo di oltre un milione di euro, il progetto ,iniziato da un anno e mezzo,si svilupperà fino ad aprile 2026 e prevede attività di monitoraggio, analisi scientifica e sperimentazione di strategie di gestione sostenibile. Le ricerche sono concentrate nelle aree di Chioggia, Caorle, Marano Lagunare e Pirano(Slovenia), mentre i dati vengono confrontati con quelli rilevati da ARPAV nel Delta del Po, la zona più colpita dall’invasione del granchio blu, dove si sono già registrate la chiusura di circa 500 partite IVA  appartenenti al Consorzio Pescatori di Scardovari.

Durante la seconda giornata del meeting, organizzato a Palazzo Grassi a Chioggia, i partecipanti hanno visitato la Sacca degli Scardovari insieme al presidente del Consorzio, Paolo Mancin, per osservare da vicino gli effetti del fenomeno sull’economia locale.

Dopo un anno e mezzo di attività, il quadro emerso dalle ricerche è chiaro: il granchio blu raggiunge la maturità in soli cinque mesi, si riproduce due volte l’anno e ogni femmina può deporre fino a tre milioni di uova. «Mangia qualsiasi cosa che trova – precisa Danilo Lunardelli, collaboratore scientifico del progetto –. Già da piccolo inizia a nutrirsi di plancton, dopo cinque mesi è già adulto».

«Il progetto europeo, che coinvolge anche la Slovenia per i nostri colleghi frontalieri – spiega Paolo Tiozzo, presidente di Confcooperative Veneto e capofila del progetto – parte da un territorio che deve essere in grado di offrire agli operatori un piano di gestione concreto. Il granchio blu cresce in modo rapidissimo, si nutre di tutto e non ha predatori naturali. Non possiamo eliminarlo, ma dobbiamo imparare a gestirlo, trasformandolo in un’opportunità».

Secondo gli studiosi, le principali cause della proliferazione sono il cambiamento climatico e le alluvioni, che hanno aumentato la disponibilità di nutrienti nelle acque lagunari, rendendo l’habitat ancora più favorevole alla specie.

L’ultimo campionamento è previsto per ottobre: i dati saranno analizzati dalle università partner per  essere diffusi all’inizio del prossimo anno.

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