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Alluvione del ‘51 in Polesine: nell'anniversario un appello a ritrovarsi

alluvione 1951 (1)

Il 2021 segnerà un anniversario molto sentito per le genti polesane, il 70esimo della devastante alluvione del 1951.

Su alcune pagine Facebook di Porto Viro, Luciano Rosi, un signore di San Cesario sul Panaro (comune del modenese che assieme a Spilamberto e Savignano sul Panaro all’epoca ospitò molti alluvionati di Donada e Contarina) ha lanciato un appello per mettere in contatto le famiglie ospitate con quelle mobilitate nell’opera di soccorso. Rosi ha altresì allegato un elenco di nominativi accolti a San Cesario, suddivisi per nome in ordine alfabetico, età, provenienza e famiglia ospitante. “Questo atto di solidarietà venne promosso dall’allora parroco don Mario Moretti e da un gruppo di parrocchiani, tra i quali mio padre, che contattarono conoscenti, amici e parenti per riuscire a trovare un tetto ad ognuno e come potrete verificare c’erano persone anziane, di pochi mesi o sole” scrive Rosi nel suo post. E leggendo i commenti, più di qualcuno si è già ritrovato nella lista come nei ricordi di quella tragedia.(continua a leggere dopo la gallery)

Alluvione del 1951, l'emozione dei ricordi

“La bambina di 2 mesi sono io!” ha commentato una signora di Contarina nel leggere il suo nome, assieme a quello della mamma allora ventunenne, degli zii e di una cugina. Un’altra signora invece ha scritto: “In questo elenco mi sono trovata con tutta la mia famiglia e ospitati in altre case anche mia nonna paterna e i nonni materni; c’erano anche i miei cugini con il loro padre. Noi eravamo in cinque tutti ospiti di questi generosi signori Aldrovandi: dai racconti so che erano una famiglia numerosa che non aveva esitato a prenderci tutti in carico per non dividerci, e dei quali ho sempre sentito parlare bene e con gratitudine. Successivamente io e mio fratello siamo andati a Roma da una zia proprio per non abusare della loro ospitalità”. Un signore invece ha aggiunto: “Mio padre aveva l’incarico di censire le persone alluvionate: la famiglia Linzarini che lo ospitava possiede ancora il panificio dove papà per passatempo si mise a produrre pane polesano che aveva imparato dallo zio, avendo avuto successo”. Memorie e immagini che tornano alla luce dopo 70 anni: pochissimi i protagonisti rimasti di allora, ma rimarrà per sempre nel cuore di tutti quel gesto di solidarietà e fratellanza di un’Italia da poco uscita dalle macerie della guerra. E qualcuno ha già suggerito, quando sarà possibile e Covid permettendo, un incontro davanti ad un piatto di tortellini ed un bicchiere di lambrusco. Fabio Pregnolato
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