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21.06.2023 - 15:22
La legge ci sarebbe potuta essere se la maggioranza di destra che governa il nostro paese, di cui il nostro sindaco è un fedele appartenente, non avesse affossato il regolamento europeo sulla filiazione come invece ha fatto nel marzo scorso. Questo accanimento sulle coppie omogenitoriali e sui loro figli è stato inaugurato proprio con le politiche di questo governo, ricordiamo la nota inviata a tutti i prefetti dal Ministro Piantedosi. Se il Sindaco Conte vuole prendersela con qualcuno, invece che col Sindaco di Padova, se la prenda coi suoi sodali politici che continuano a fare di tutto per discriminare le famiglie arcobaleno, negandone l’esistenza e i diritti, non con chi prende con coraggio scelte di umanità rimanendo nel solco della Costituzione. Come si fa a dire che sono i sindaci che aiutano le famiglie ad illuderle e non un governo che si riempie la bocca di agire per “buon senso” salvo scatenare una delle più crudeli campagne ideologiche contro i diritti civili mai perseguite in Italia? Non se ne può più di sentire frasi come “ho tanti amici gay” e poi non avere mai il coraggio di agire, prendere formalmente posizione o scendere in piazza al fianco della comunità LGBTQIA+". Carlotta Bazza e Marco Zabai
"Di fronte a quello che sta accadendo in questi giorni rispetto alla registrazione anagrafica dei figli di coppie omogenitoriali penso che anche le istituzioni locali, la politica cittadina non possano sottrarsi al dovere di chiedere con forza al Parlamento un intervento che colmi l’attuale vuoto legislativo, garantendo così uguali diritti a tutti i bambini.
Penso, che, alla prima seduta in programma, il Consiglio Comunale di Treviso possa e debba fare proprie le istanze delle “Città per i Diritti” i cui sindaci e amministratori si sono incontrati lo scorso 12 maggio (erano oltre 300) per ribadire l'importanza di agire, a livello legislativo e parlamentare, sul tema del riconoscimento delle figlie e dei figli delle coppie omogenitoriali e sul matrimonio egualitario, in un’ottica più complessiva di riconoscimento dei diritti universali, per tutte e tutti.
Le sindache e i sindaci delle “Città per i Diritti “ si sono dichiarati pronti a sostenere la battaglia per i diritti di tutte e tutti perché la considerano una battaglia di civiltà, una battaglia che sentono il dovere di sostenere per il futuro di donne, uomini, famiglie, nuove piccole cittadine e nuovi piccoli cittadini del nostro Paese.
Votando in Consiglio Comunale una mozione che impegni il Parlamento ad intervenire legislativamente in questa direzione, anche Treviso potrà, con orgoglio, dichiararsi “Città per i Diritti”.
E che Treviso lo sia già è ben dimostrato dalla partecipazione di migliaia di persone al Treviso pride di sabato scorso.
Adesso spetta al Consiglio Comunale decidere se è all’altezza del livello di civiltà che esprimono le trevigiane e i trevigiani, oppure se è in “retroguardia” rispetto alla richiesta di diritti per tutte e tutti che le cittadine e i cittadini trevigiani hanno chiaramente espresso.
Gigi Calesso – Coalizione Civica per Treviso
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