Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Elezioni regionali

Regionali Veneto, Manildo: “Stefani imposto da Roma. Ora il confronto può cominciare”

"Scelta calata dall’alto, tra spartizioni e giochi di potere"

Regionali Veneto, Manildo: “Stefani imposto da Roma. Ora il confronto può cominciare”

Manildo e Stefani

“La candidatura di Alberto Stefani è il frutto di un complicato equilibrio politico nazionale, costruito nei palazzi romani e ben lontano dai reali bisogni del Veneto”. Così Giovanni Manildo, candidato alla presidenza della Regione per il centrosinistra, commenta la scelta del centrodestra per le prossime elezioni regionali.

Secondo Manildo, la decisione di puntare su Stefani non nasce da un progetto regionale condiviso, ma da logiche di potere interne alla Lega e alla coalizione di centrodestra: “Un’operazione politica che coinvolge assessorati da cedere a Fratelli d’Italia, il controllo sulle città capoluogo del Veneto, una legge elettorale su misura e, forse, persino un accordo sottobanco sulla Lombardia. L’idea di ‘Prima il Veneto’ ormai è solo uno slogan vuoto”.

Non manca un riferimento alla figura del candidato leghista: “Stefani è il vice segretario nazionale di Salvini, e i suoi rapporti con Zaia li conosciamo bene. Siamo di fronte a un centralismo nuovo, altro che autonomia”.

Nonostante le critiche, Manildo accoglie con favore l’arrivo di un avversario politico: “Era anche ora! Dopo due mesi e mezzo in cui ho girato in lungo e in largo il Veneto senza un vero competitor, stava diventando quasi surreale. Ora possiamo finalmente confrontarci apertamente su idee, proposte e visioni per il futuro della regione”.

Il candidato del centrosinistra ricorda infine il lavoro svolto fino a oggi: “Abbiamo già raccolto tantissime istanze attraverso oltre 200 incontri sul territorio, ascoltando famiglie, categorie, cittadini e associazioni. Il nostro programma nasce dal basso, dalla realtà quotidiana. Siamo pronti al confronto”.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione