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EMERGENZA CASA. VICENZA 1/4
11.04.2025 - 10:28
In città e nell’hinterland la situazione è esattamente quella citata nella canzone di Battisti. Ad esasperare la situazione sono una serie di fattori, alcuni “strutturali”, altri che si sono venuti a sommare nel corso del tempo.
Tra questi, sicuramente l’opportunità, che si è aperta recentemente per molti proprietari, di entrare nel settore turistico grazie ai cosiddetti affitti brevi, che oltre ad essere molto remunerativi, non creano alcun tipo di problema legato al contratto d’affitto. Elemento questo che ha di fatto tolto una fetta di mercato per quanti sono alla ricerca di un affitto lungo.
Altro elemento, fino a qualche anno fa poco significativo, è quello degli universitari che nell’ultimo decennio sono saliti da poche centinaia a circa 5 mila unità, molti dei quali provenienti da fuori provincia o regione, e quindi alla costante ricerca di una collocazione abitativa a prezzi accettabili. Università, Esu e Comune stanno cercando di coprire la falla con la creazione di studentati, ma come spesso accade la risposta delle istituzioni è sempre molto in ritardo rispetto alla domanda. Sta di fatto che ora sono circa un migliaio gli studenti in cerca di sistemazione.
Ciliegina sulla torta, la costruzione della linea ferroviaria dell’alta velocità, che a breve porterà allo sfratto decine di famiglie che a fine febbraio hanno ricevuto la comunicazione ufficiale ma per le quali non è stata ancora trovata una soluzione abitativa alternativa. Tanto da sollevare le critiche dell’opposizione che in una nota a firma della consigliera Simona Siotto (Fratelli d’Italia), sottolineano “Le condizioni economiche disastrose in cui versano queste famiglie, molte delle quali monoreddito, costrette a lasciare i propri appartamenti senza ci siano ancora alternative». Nota che si è aggiunta a quelle di Adl Cobas e del Sunia (il sindacato degli inquilini) che hanno richiesto interventi immediati e soluzioni concrete.
D’altro canto, proprio il Sunia in un’indagine (riportata su queste pagine nel numero di febbraio) aveva messo in evidenza che degli oltre 11 mila alloggi potenzialmente disponibili a Vicenza, quasi 8 mila risultano essere sfitti e di questi 3.000 nel solo centro città
Risultato: molte famiglie, che pur si potrebbero permettere di pagare un normale affitto ma non a questi costi di mercato, non riescono a trovare casa, mentre quelle maggiormente in difficoltà economica (circa 1.100) sono allocate nelle liste d’attesa del Comune per le case popolari. Patrimonio immobiliare, quest’ultimo che non gode di buona salute, visto che su 1.500 appartamenti, circa 500 non sono abitabili.
Insomma, il risultato finale è paradossalmente drammatico: le case ci sono, ma i proprietari, vuoi per problemi burocratici, o a causa della pressione fiscale, vuoi per il timore di non riuscire a sfrattare inquilini morosi, oppure perché economicamente non ne hanno necessità, preferiscono tenerle sfitte. Fattori che, uniti alla mancanza di incentivi, oppure, come qualcuno ha proposto, a penalizzazioni per chi non affitta, ha portato all’attuale situazione.
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