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Mirano rivive la storia de la "Fiera De L'Oca"

Il 9 e 10 novembre 2024, la cittadina veneta si trasforma in un tabellone vivente, mescolando tradizione, gastronomia e spettacolo in una festa che sfida il tempo

Il Gigante Gioco dell'Oca: Mirano rivive la storia

Immaginate di passeggiare per le strade di Mirano in un fresco weekend di novembre, l'aria carica di allegria e l'aroma invitante di piatti a base d'oca. Vi trovate nel bel mezzo della Fiera de l'Oca, un evento che trasforma questa tranquilla cittadina veneta in un vivace palcoscenico di tradizioni e divertimento. Al centro di tutto, come un gigantesco magnete che attira l'attenzione di migliaia di visitatori, si erge il "Zogo de l'Oca", una versione monumentale e vivente del classico gioco dell'oca. Questo non è un semplice passatempo, ma il cuore pulsante di una manifestazione che affonda le sue radici nella storia e nella cultura locale. Il gioco si svolge su un imponente tabellone composto da 63 caselle, ognuna delle quali racconta un pezzo di Mirano: i suoi monumenti, i suoi personaggi, le sue leggende.

Sei squadre, rappresentanti le frazioni di Mirano, si sfidano in questa competizione unica, muovendosi su tavole rialzate che trasformano la piazza in un anfiteatro di emozioni. Ogni squadra è un piccolo esercito di dieci elementi: il capitano lancia i dadi con la solennità di un condottiero, l'alfiere muove la pedina come se spostasse un'intera armata, e otto giocatori pronti ad affrontare le prove più disparate. Il pubblico, assiepato sulle tribune che circondano la piazza, tifa e incita, creando un'atmosfera elettrizzante che riporta alla mente le feste di paese di un tempo ormai lontano. Ma come è nato tutto questo? La storia ci riporta agli anni Settanta, quando l'imprenditore Sandro Albano Zara, appassionato di tradizioni popolari, ebbe l'idea di creare un gioco dell'oca tutto dedicato a Mirano. Con l'aiuto dell'amico pittore Carlo Preti, nacque il "Zogo de l'Oca de Miran", un'opera d'arte che univa la struttura del gioco classico a immagini e storie locali. Da quel seme germogliò l'idea di trasformare il gioco in un evento vivo, pulsante, capace di coinvolgere l'intera comunità. E così, nel 1998, la Pro Loco di Mirano diede vita al "Zogo de l'Oca" come lo conosciamo oggi, incastonandolo nel contesto più ampio de La Fiera de l'Oca.

Ma perché proprio l'oca? Questo volatile ha un posto speciale nella tradizione miranese e veneta. "Chi no magna oca a San Martin no'l fa el beco de un quatrin", recita un antico detto, ricordandoci che mangiare l'oca a San Martino porta fortuna e prosperità. L'oca era il "maiale dei poveri", una fonte preziosa di sostentamento per i contadini durante i rigidi mesi invernali. La Fiera dell'Oca di Mirano celebra questa tradizione, trasformando la piazza e le vie circostanti in un tuffo nel passato. Bandiere e stendardi colorano le case, insegne d'epoca e cartelloni ricreano l'atmosfera di inizio '900. I partecipanti indossano abiti d'epoca, recuperati da soffitte e cantine o ricreati con cura, dando vita a un tableau vivant che incanta i visitatori. Quest'anno, l'evento si svolgerà nel weekend del 9 e 10 novembre 2024, un appuntamento che promette di attirare migliaia di visitatori da tutta la regione e oltre. Sabato 9 novembre 2024, alle 15:30, la Fiera dell'Oca aprirà ufficialmente i battenti con "l'Ocaria", il mercato dell'oca, dove si potranno trovare prodotti tipici e specialità gastronomiche. Mezz'ora dopo, le strade si animeranno con l'inizio degli spettacoli: il teatro dei burattini incanterà i più piccoli, mentre saltimbanchi, musici, giocolieri e artisti di strada trasformeranno ogni angolo in un palcoscenico a cielo aperto. Per i bambini, ci sarà anche l'Oca Park, un'area giochi a tema, e un Gioco dell'Oca in versione ridotta a cui potranno partecipare tutti i piccoli visitatori. Domenica 10 novembre 2024, il cuore pulsante della festa, si aprirà alle 9:30 con la riapertura della fiera e la continuazione degli spettacoli di strada. Alle 11:00, l'atmosfera si scalderà con "La Cuccagna", un pre-gioco che determinerà l'ordine di partenza delle squadre per il grande evento del pomeriggio.

E mentre l'attesa crescerà, a mezzogiorno i visitatori potranno deliziare il palato con specialità come il risotto d'oca e i ravioli d'oca, piatti che uniscono tradizione e gusto. Ma sarà alle 15:00 che l'emozione raggiungerà il suo apice: dopo la sfilata dei figuranti, avrà finalmente inizio il "Zogo de l'Oca in Piazza". Gli spettatori potranno scegliere tra posti a sedere a pagamento o assistere gratuitamente in piedi, l'importante sarà non perdersi lo spettacolo. Mentre il gioco si svolgerà, la città intera pulserà di vita: artisti di strada, saltimbanchi, musicisti e giocolieri animeranno ogni angolo. Il profumo dei piatti a base d'oca si diffonderà nell'aria, invitando i visitatori a gustare le specialità locali. La banda cittadina, in divisa d'epoca, suonerà melodie che sembreranno uscite da un grammofono, completando l'illusione di un salto nel tempo. Ma il "Zogo de l'Oca" non sarà solo spettacolo: sarà una competizione seria, dove abilità e fortuna si intrecceranno. Le squadre avanzeranno, retrocederanno, pagheranno pegni, sempre all'insegna del divertimento ma anche di una sana rivalità. Il premio? L'"Oca dell'anno" e una somma in denaro da devolvere in beneficenza, unendo così tradizione e solidarietà. Mentre la fiera si concluderà e le luci della sera avvolgeranno Mirano, ci si renderà conto di aver partecipato a qualcosa di più di un semplice evento. La Fiera de l'Oca e il suo "Zogo" sono un ponte tra passato e presente, un modo per mantenere vive le radici mentre si guarda al futuro. È un momento in cui la comunità si ritrova, si riconosce e si celebra, ricordando che la vera ricchezza di un luogo sta nelle sue tradizioni e nella capacità di rinnovarle. E così, mentre l'ultima pedina verrà mossa sul grande tabellone e l'ultima oca sarà servita a tavola, Mirano si preparerà già al prossimo novembre, quando ancora una volta la magia del "Zogo de l'Oca" tornerà a incantare grandi e piccini, in un eterno ritorno alle proprie radici. 

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