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14.08.2025 - 12:45
Foto di repertorio
È una tradizione che attraversa i secoli quella che, ogni anno, riunisce la comunità di Passo di Frassinelle attorno alla figura di San Lorenzo, martire romano e patrono della chiesetta più antica del paese. Domenica scorsa, nella cornice tipicamente estiva delle notti di agosto, si è rinnovata una celebrazione che mescola fede, storia e memoria collettiva, con la suggestiva benedizione del Canalbianco e il lancio di una corona di fiori in onore delle vittime dell’alluvione del 1951.
A presiedere la funzione è stato il parroco don Licio Boldrin, che ha ricordato le origini storiche dell’oratorio risalenti al 1596, come riportano alcuni documenti storici. Al centro della commemorazione, il culto di San Lorenzo, uno dei sette diaconi di Roma, martirizzato nel 258 d.C., divenuto emblema di carità cristiana per la sua leggendaria risposta all’imperatore Valeriano: «Ecco il tesoro della Chiesa», disse mostrando i poveri e i malati che accudiva quotidianamente.
Il legame tra Frassinelle e il santo è profondo e antico, probabilmente legato al nome di battesimo del proprietario veneziano che edificò la cappella. Un vincolo divenuto ancor più sentito dal 1952, anno in cui venne eretto il sacrario alle spalle dell’oratorio, dove oggi riposano le 84 vittime del “Camion della morte”, tragedia avvenuta nella notte tra il 14 e il 15 novembre 1951 durante l’alluvione che devastò il Polesine.
Particolarmente toccante, nel passato, fu anche la visita del cardinale Albino Luciani (poi Papa Giovanni Paolo I) in occasione del 25° anniversario dell’alluvione, segno del valore simbolico di questo luogo per tutta la diocesi.
Al termine della celebrazione religiosa, il corteo si è diretto sul ponte del Canalbianco, dove il sindaco Marco Rossi ha compiuto il tradizionale gesto della deposizione della corona. Un atto semplice e solenne, che unisce devozione e rispetto per l’ambiente, ma soprattutto tiene viva la memoria di una tragedia che ha segnato in modo indelebile la storia locale.
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