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Santa Augusta: fede, leggenda e devozione in vetta al Marcantone

Vittorio Veneto celebra la sua patrona tra spiritualità, storia e tradizione popolare

Santa Augusta: fede, leggenda e devozione in vetta al Marcantone

Santuario di Santa Augusta

Ogni 22 agosto Serravalle si veste a festa per onorare Santa Augusta, figura che incarna il legame profondo tra fede e identità storica del territorio. Quella che oggi si vive è molto più di una ricorrenza religiosa: è il cuore spirituale di una comunità che da secoli si riconosce in una giovane martire, simbolo di coraggio, amore e ribellione contro l’oppressione.

Salire al Santuario di Santa Augusta, abbarbicato a metà del Monte Marcantone, non è soltanto una passeggiata tra i boschi e le pietre antiche. È un pellegrinaggio nel tempo e nell’anima, alla ricerca di una storia che affonda le sue radici nei secoli bui del tardo Impero Romano, tra guerre, invasioni barbariche e la lenta diffusione del cristianesimo.

La storia che si fa leggenda

La figura di Santa Augusta è avvolta da una narrazione affascinante che unisce elementi storici e leggendari. Figlia di Matrucco, capo visigoto insediatosi nella rocca sul monte Marcantone all’inizio del V secolo, Augusta crebbe sotto l’influenza della nutrice Cita, cristiana devota che la introdusse alla nuova fede. La conversione della giovane non passò inosservata, tanto che il padre, fervente seguace del culto di Odino, cercò in ogni modo di dissuaderla, fino a ordinare la sua tortura e uccisione.

Secondo la tradizione, Augusta sopportò con fermezza il martirio, resistendo miracolosamente al fuoco e alla ruota dentata, protetta da un angelo. Alla fine fu decapitata per ordine dello stesso Matrucco, che – devastato dal rimorso – abbandonò la rocca e fece costruire un’arca per custodire il corpo della figlia. Da allora, la sua tomba è divenuta meta di pellegrinaggio.

Il miracolo del pane e dei fiori

Tra gli episodi più noti tramandati dalla leggenda, quello del “miracolo del grembiule” occupa un posto speciale nella memoria collettiva. Augusta, intenta a distribuire pane ai poveri, venne sorpresa dal padre durante una delle sue uscite. Alla domanda su cosa nascondesse nel grembiule, rispose: “Fiori di campo, signore”. E davvero, quando Matrucco lo aprì, vi trovò fiori al posto del pane. Il punto esatto in cui accadde questo evento è oggi segnato da un sasso consunto, meta di una breve sosta dei fedeli lungo la salita al santuario.

Il santuario: fede scolpita nella pietra

Il santuario, oggi ben visibile tra i castagni che vestono le pendici del monte, fu ricostruito nel XV secolo dopo un incendio. Durante i lavori, il 27 marzo 1450, venne ritrovata l’arca con le reliquie della Santa, nascosta per secoli per evitare saccheggi. L’urna, in pietra calcarea scolpita, è ancora visibile dietro l’altare, sorretta da due colonne gotiche. Accanto a lei anche Santa Cita, la nutrice che la guidò verso la fede e che condivide con Augusta l’onore dell’altare.

Due gesti rituali accompagnano ancora oggi la visita: chinarsi tra le colonne dell’arca per invocare la guarigione dal mal di schiena, e introdurre il capo tra le inferriate del luogo del ritrovamento delle reliquie per chiedere la liberazione dal mal di testa.

Una devozione che resiste ai secoli

Nel 1754, Papa Benedetto XIV riconobbe ufficialmente il culto di Santa Augusta, rendendolo parte integrante del calendario liturgico. Da allora, la sua memoria è celebrata due volte l’anno, il 27 marzo (data del ritrovamento delle reliquie) e il 22 agosto, giorno della festa patronale a Serravalle. Quest’ultima è accompagnata da funzioni religiose, eventi popolari e dai celebri “foghi”, i fuochi d’artificio che illuminano la notte e attirano turisti e fedeli da tutta la regione.

Un cammino che consola

In tempi incerti e spesso privi di punti di riferimento spirituali, la figura di Santa Augusta continua a offrire conforto e speranza. La salita al suo santuario, fatta di gradini, silenzi e memoria, rappresenta per molti un rito di purificazione, un momento di pace interiore. Gli ex voto appesi nella cappella sono la testimonianza tangibile della gratitudine dei fedeli per le grazie ricevute.

Chi percorre oggi quel sentiero non cerca solo la Santa, ma una parte profonda di sé. In cima, tra pietra, vento e preghiera, si ritrova qualcosa che il tempo non può spegnere: la forza della fede, il coraggio della scelta, la bellezza del sacrificio.

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