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Solidarietà
01.09.2025 - 15:40
Foto di repertorio
Un’ondata di partecipazione e consapevolezza ha invaso ArcellaBella, domenica 31 agosto, dove oltre 2.500 persone si sono ritrovate per “fare qualcosa per Gaza”. Una mobilitazione nata dal basso, promossa da volontari del progetto “Cosa posso fare per Gaza”, per accendere i riflettori sul massacro in corso nella Striscia e sulle responsabilità internazionali.
L’obiettivo? Rompere la complicità, informare e riflettere su come ognuno possa contribuire, ogni giorno, a opporsi all’apartheid e alla violazione sistematica dei diritti umani in Palestina.
L’evento ha alternato interventi di esperti, attivisti e testimoni diretti a momenti di arte e poesia, mantenendo costante l’attenzione della folla. Il primo a salire “sul palco” è stato Leonardo Bianchi, giornalista noto per il suo lavoro di debunking, che ha smontato le tante fake news che accompagnano il conflitto e alimentano la propaganda.
Toccante la testimonianza audio di un’infermiera di Medici Senza Frontiere, registrata il 25 agosto, giorno dell’ennesimo attacco al Gaza Hospital. Una narrazione cruda e dolorosa, che ha portato molti dei presenti alle lacrime.
A seguire, Roberta Gualtieri ha raccontato la partenza della Global Sumud Flotilla dal porto di Genova, diretta verso Gaza per rompere il blocco navale e consegnare aiuti umanitari. Barche sono salpate anche da Barcellona e Catania, con una mobilitazione che ha visto centinaia di migliaia di persone scendere in piazza in Europa.
Il messaggio di Don Nandino Capovilla, recentemente espulso da Israele, ha portato parole di speranza e resistenza. Mentre Andrea De Domenico, rappresentante ONU per i Territori Palestinesi Occupati, ha descritto una Gaza “completamente rasa al suolo”, e ha ammonito sul rischio concreto di una deportazione di massa.
Nel corso della serata sono intervenuti anche attivisti del movimento BDS, la scrittrice e attivista Betta Tusset, e il professore Roberto De Vogli, che ha riflettuto sul fenomeno dell’empatia selettiva, ovvero la tendenza a ignorare alcune sofferenze in base a chi le subisce.
A chiudere la serata, performance poetiche e musicali hanno accompagnato il pubblico verso una riflessione condivisa e partecipata.
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