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07.10.2025 - 13:16
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È stato inaugurato lunedì 6 ottobre presso il CenSer di Rovigo il laboratorio CoMET – Coating Materials for Einstein Telescope, una nuova infrastruttura scientifica all'avanguardia nata per sviluppare i materiali ottici che saranno fondamentali per il funzionamento del futuro Einstein Telescope (ET), il grande rivelatore europeo di onde gravitazionali.
Alla cerimonia hanno partecipato personalità di primo piano della ricerca italiana, tra cui Anna Maria Bernini, Ministro dell’Università e della Ricerca, Daniela Mapelli, Rettrice dell’Università di Padova, e Marco Pallavicini, rappresentante della giunta esecutiva dell’INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
Il laboratorio è stato realizzato grazie a un finanziamento complessivo di 3 milioni di euro nell’ambito del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Ospitato negli spazi dell’Università di Padova presso il CenSer, CoMET rappresenta un tassello strategico nel progetto nazionale ETIC (Einstein Telescope Infrastructure Consortium), che punta a sostenere la candidatura italiana per ospitare ET in Sardegna, nell’ex miniera di Sos Enattos.
La struttura sarà dedicata allo sviluppo e alla sperimentazione di rivestimenti ottici avanzati per gli specchi del telescopio, componenti fondamentali per aumentare la sensibilità del rivelatore. Questi rivestimenti, composti da materiali ultra-sottili e tecnologicamente sofisticati, dovranno garantire prestazioni ottimali anche in condizioni estreme.
Einstein Telescope è destinato a rivoluzionare l’osservazione dell’universo. Rispetto agli attuali strumenti, sarà in grado di rilevare onde gravitazionali da fonti cosmiche molto più distanti e deboli, coprendo un volume di universo fino a mille volte superiore. Questo consentirà agli scienziati di esplorare le origini del cosmo, la formazione dei buchi neri e delle stelle di neutroni, e fenomeni finora inaccessibili.
Il contributo del laboratorio CoMET sarà cruciale: la qualità dei rivestimenti ottici incide direttamente sulla precisione delle misure e sulla capacità del telescopio di "ascoltare" il cosmo. Si tratta, dunque, di una sfida scientifica e tecnologica di altissimo livello.
Il progetto coinvolge una rete internazionale composta da oltre 1.800 esperti di 31 Paesi, con il coordinamento in Italia dell’INFN, dell’Università di Padova e di altri enti scientifici di eccellenza, come l’INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica.
Durante l’inaugurazione, la Rettrice Daniela Mapelli ha sottolineato come CoMET sia “un laboratorio di futuro”, dove la scienza si unisce alla tecnologia per superare le frontiere della conoscenza. Ha ricordato come le onde gravitazionali, teorizzate da Einstein e confermate sperimentalmente solo negli ultimi anni, rappresentino oggi uno dei campi più promettenti della fisica e dell’astrofisica.
Anche Marco Pallavicini ha evidenziato il ruolo fondamentale del laboratorio per la riuscita del progetto Einstein Telescope: “Produrre materiali con requisiti così estremi richiede ricerca, sviluppo e infrastrutture di altissimo livello. CoMET è esattamente questo”.
La comunità scientifica padovana vanta una lunga tradizione nel campo delle onde gravitazionali. Negli anni ’90, l’esperimento AURIGA segnò una tappa pionieristica nella rivelazione di questi fenomeni, proseguita poi con l’impegno nel progetto VIRGO a Pisa, che nel 2017 ha registrato la storica prima osservazione diretta delle onde gravitazionali.
Oggi, con CoMET, Padova e Rovigo si candidano a diventare protagonisti di una nuova fase della ricerca fondamentale, confermandosi snodi strategici della scienza europea.
La nascita di CoMET è anche un esempio concreto di come la ricerca possa generare ricadute territoriali e opportunità economiche, come ha sottolineato Gilberto Muraro, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Il laboratorio si inserisce nella strategia di trasformare il CenSer in un hub per l’innovazione e la formazione, capace di attrarre talenti e favorire lo sviluppo del Polesine.
Con il laboratorio CoMET, l’Italia non solo rafforza la sua candidatura a ospitare il più avanzato rivelatore di onde gravitazionali mai realizzato, ma si afferma come nodo cruciale nella rete scientifica internazionale. La sinergia tra università, enti di ricerca, fondazioni e istituzioni pubbliche dimostra come, quando la visione è condivisa, la scienza può davvero costruire il futuro.
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