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La denuncia degli attivisti

Trissino, bonifica Miteni, la promessa che non arriva: la denuncia degli attivisti del green

Attivisti ecologisti chiedono un'azione rapida dalle istituzioni, denunciando l'inerzia nella bonifica e nella gestione dell'inquinamento da Pfas

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Foto di repertorio

La bonifica della Miteni di Trissino, nota per aver contaminato vaste aree del Veneto con i pericolosi Pfas, è diventata un obiettivo sempre più lontano. Ieri, un centinaio di attivisti ecologisti si è radunato sotto il tribunale di Vicenza per chiedere che le istituzioni e la magistratura prendano finalmente in mano la situazione. L'incontro ha avuto lo scopo di sollecitare decisioni concrete, sollecitando in particolare la magistratura a indagare per omessa bonifica, visto che il rischio è noto dal 2014.

Il caso della Miteni è al centro di un processo che coinvolge diverse figure chiave accusate di disastro ambientale e bancarotta. Nonostante l'ampiezza del problema, molte delle risposte istituzionali restano insoddisfacenti. Gli attivisti denunciano anche la mancanza di trasparenza riguardo ai Tavoli di approfondimento istituiti, che non sembrano aver prodotto risultati tangibili.

Nel frattempo, i fiumi veneti, come il Retrone e il Fratta Gorzone, sono tra quelli più colpiti dalla presenza di Pfas, che continuano a contaminare le acque superficiali. L'intervento della magistratura è quindi visto come fondamentale per accelerare la bonifica e impedire ulteriori danni alla salute e all'ambiente.

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