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Raduno Triveneto Alpini

Anche a Bibione continua il sogno di pace degli Alpini

In trentamila a Bibione per il Raduno Triveneto degli Alpini. Prossimo appuntamento nel 2025 a Conegliano. Zaia: “Gli alpini lasciano la città più pulita e più in ordine di come l’hanno trovata”.

alpini

Dopo l’Adunata nazionale dei record di Vicenza, ecco nuovamente sfilare gli Alpini per il raduno Triveneto a Bibione. Ieri, nell’ultima giornata del raduno, sono state 30mila le penne nere di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige che  hanno sfilato lungo le vie del litorale veneziano. L’anno prossimo l’appuntamento si rinnova a Conegliano. 

Il sindaco della Città metropolitana di Venezia, Luigi Brugnaro

«Aspettavamo con piacere questa manifestazione a Bibione.  Da qui arrivano tanti alpini e tante persone per bene, per cui é una grande soddisfazione per questo raduno - ha sottolineato il sindaco della Città metropolitana di Venezia, Luigi Brugnaro -. Gli alpini sono custodi di storia, tradizioni e valori importanti. Anche io ho fatto il militare nell’aeronautica, volevo fare l’ufficiale. La vita militare la conosco. È una bellissima giornata per Bibione e per tutta la Città metropolitana”. 

Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, si congratula con gli alpini anche per l’ordine e la pulizia che lasciano in città.

«È  una festa del popolo. Gli alpini lasciano la città più pulita e più in ordine di come l’hanno trovata, quindi grazie agli alpini - ha dichiarato Zaia -. L’anno prossimo il raduno del Triveneto torna a casa mia. Io ne ho già fatta una a Conegliano ed è un grande onore per noi riospitarla. Conegliano è fortemente legata agli alpini e all’alpinità. Gli alpini sono di montagna ma anche di mare, di lago: l’alpinità è trasversale. Ben venga questa idea di Bibione perché è un’occasione per comunicare. Quando vedi un alpino sai che c’è solidarietà , c’è rispetto delle regole, valori che sono unici che  tutti i cittadini veneti portano avanti».

Queste sono occasioni anche per rivivere la storia.

«Tutto quello che è storia qui viene sicuramente ricordato. La volontà deve essere quella di pensare che ci sono 60 conflitti di guerra nel mondo, che meritano attenzione - ha aggiunto il presidente -.  Qui gli alpini usano la parola pace, non la parola guerra e noi siamo qui per parlare e chiedere la pace. Noi vogliamo i carri armati negli hangar e gli ambasciatori e la diplomazia in campo per parlare».

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