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Corte Costituzionale, fermato il blitz di Meloni, esulta Schlein

Giudice della Corte Costituzionale, ottava fumata nera del Parlamento, Schlein: 'Fermato il blitz della Meloni

La segretaria dem Elly Schlein

La segretaria dem Elly Schlein

A Montecitorio, poco dopo le 14 di ieri raggiunta l'ottava fumata nera sull'elezione del giudice della Corte Costituzionale.

La premier Giorgia Meloni "avrebbe voluto chiudere su un "suo uomo", Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico di Palazzo Chigi", ma il muro delle opposizioni unite  e i numeri risicati per il via libera, alla fine, hanno suggerito prudenza.

Per il quorum, infatti, sarebbero servite 363 preferenze (tre quinti dei parlamentari) ovvero, al netto di assenti e possibili franchi tiratori, diverse in più rispetto ai numeri della maggioranza.

L'opposizione riesce a trovare in Aula una strategia comune: non rispondendo all'appello e non ritirando la scheda.

"La nostra compattezza ha fermato la forzatura che la maggioranza voleva fare", esulta la segretaria PD Elly Schlein che rilancia: "Ora accettino il dialogo". "Fallito il blitz organizzato da Meloni - le fa eco dal M5s Giuseppe Conte -. Li abbiamo lasciati da soli in Aula con le loro paranoie, a scovare i traditori dentro Fratelli d'Italia". Dopo aver confermato in mattinata la linea comune, i parlamentari del Partito Democratico, insieme a quelli del Movimento, di Avs, Azione, Iv e Più Europa disertano il voto. Una postura stigmatizzata duramente da FdI, che per voce di Giovanni Donzelli, attacca le opposizioni: "Non hanno senso delle istituzioni, non possiamo tenere bloccata l'Italia per loro. Noi potevamo fare una forzatura e invece non l'abbiamo fatta, ma non possono abusarne sempre - spiega Donzelli all'ottava votazione diventata fumata nera da undici mesi a questa parte - Se andremo avanti su Marini? Lo decideremo noi, non Schlein" scandisce puntando i piedi.

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