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Cronaca
07.08.2025 - 09:37
Immagine di repertorio
La Regione Veneto ha confermato il primo caso autoctono di chikungunya, una malattia virale trasmessa dalla puntura di zanzare infette, diagnosticata a una donna di 64 anni residente a Negrar di Valpolicella, senza precedenti viaggi in aree endemiche. La paziente è attualmente ricoverata in buone condizioni, vigile e in collaborazione con il personale medico.
Il Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar ha individuato la malattia, mentre la Direzione Prevenzione della Regione Veneto ha immediatamente attivato un piano d’azione in collaborazione con l’Azienda ULSS 9 e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie. Le misure adottate includono approfondimenti epidemiologici, monitoraggio entomologico, disinfestazioni straordinarie e un potenziamento della sorveglianza sanitaria nei luoghi a rischio.
Gli esperti sottolineano che la chikungunya si trasmette esclusivamente attraverso la puntura di zanzare del genere Aedes, in particolare la zanzara tigre (Aedes albopictus), e non da persona a persona. La malattia si presenta con febbre alta improvvisa e forti dolori articolari, spesso accompagnati da altri sintomi quali mal di testa, eruzioni cutanee e astenia, e può avere un decorso prolungato soprattutto in soggetti anziani o con condizioni di salute preesistenti.
Finora, tutti i casi registrati in Veneto erano associati a viaggi all’estero in zone dove la malattia è endemica. Questo nuovo episodio rappresenta un fatto significativo, probabilmente favorito dal maggiore movimento internazionale estivo e dalle condizioni climatiche favorevoli alla proliferazione della zanzara tigre.
La Regione invita la popolazione a mantenere alta l’attenzione, seguendo le indicazioni sanitarie per limitare la diffusione della malattia.
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