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Incidente stradale: il risarcimento del convivente non sposato

Spesso ci capita di sentir dire che tra due persone non sposate non ci siano né diritti né doveri. Tale credenza è figlia di un’idea oramai lontana dalla nostra realtà. Difatti, soprattutto nel corso degli ultimi quindici anni, il Legislatore ha promulgato delle importanti leggi (vedasi la L. 40/2004 che consente anche ai conviventi e non solo alle coppie sposate di ricorrere a tecniche di procreazione assistita) che hanno finalmente risposto alla necessità di offrire delle garanzie giuridiche a tutte quelle coppie che, al pari di due persone maritate, condividono un progetto di vita comune. Anche in materia risarcitoria si sono fatti dei passi da gigante negli ultimi tempi. Ad esempio, le più recenti sentenze della Corte di Cassazione hanno esteso, nei casi di sinistri mortali, il diritto al risarcimento anche al compagno/a di vita, oltre che al coniuge separato ma non divorziato, a patto che sia dimostrabile la pre-esistenza di una relazione stabile e consolidata, equiparabile al rapporto di coniugio. Allo stesso modo, il convivente non coniugato di persona che, coinvolta in un sinistro, abbia subito delle gravi/gravissime lesioni alla propria salute ha diritto, qualora sussista, al cosiddetto danno riflesso che, ad esempio, può essere rappresentato da una sua patologia o disturbo di tipo psichico (ma non solo) definibili con precisione, che siano derivati dalla difficile situazione venutasi a creare all’indomani dell’evento dannoso. Quindi, si definiscono riflessi quei pregiudizi che si producono nella sfera non della vittima diretta dell’incidente, ma dei suoi prossimi congiunti e, come si sta tentando di dire, anche del convivente. In conclusione, con la promessa di parlarne più diffusamente in futuro, si segnala anche una recente sentenza del Tribunale di Verona (sez. III del 26.09.13) secondo la quale va affermata la risarcibilità del danno non patrimoniale alla libertà sessuale subito dal convivente non sposato di persona che aveva riportato gravi lesioni all’apparato sessuale durante un intervento chirurgico. Ciò in quanto il diritto alla vita sessuale assurge al rango di posizione giuridica costituzionalmente tutelata all’interno del rapporto affettivo di tipo coniugale o di stabile convivenza. Dott. Luca Mulas
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