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Lavoro
08.08.2024 - 09:40
LA CRISI DELLA MANODOPERA IN VENETO
Il Veneto, una delle regioni più produttive d'Italia, sta affrontando una crisi senza precedenti nel mercato del lavoro. I dati sono sconcertanti: a fronte di 43.770 assunzioni previste solo nel mese di luglio scorso, ben 23.329 lavoratori sono risultati di difficile reperimento. Questo fenomeno ha portato a una perdita di quasi un miliardo e mezzo di euro in termini di minor valore aggiunto per le imprese venete nel 2023. Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto, ha dichiarato: «Non si trovano lavoratori, questo è il punto, nonostante la domanda ci sia».
IL MISMATCH TRA DOMANDA E OFFERTA
Il problema del mismatch tra domanda e offerta di lavoro è diventato strutturale. Le micro e piccole imprese, che rappresentano il cuore pulsante dell'economia veneta, stanno offrendo retribuzioni più alte rispetto alla media nazionale e nuove forme di organizzazione del lavoro per rispondere alle esigenze di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Tuttavia, queste misure non sono sufficienti a colmare il gap. «Le aziende non vanno lasciate sole», avverte Boschetto, sottolineando l'importanza di un sistema di welfare contrattuale che, se detassato al pari di quello aziendale, potrebbe mettere nelle tasche dei lavoratori dell'artigianato veneto ingenti risorse aggiuntive.
DATI ALLARMANTI
I dati elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Veneto, basati sulle indagini del Sistema Informativo Excelsior, evidenziano come il problema non solo rallenti la produzione, ma crei un danno economico significativo. A luglio, in Veneto, i lavoratori difficili da reperire sono stati il 53,3% delle entrate previste, un’incidenza più elevata rispetto al dato nazionale del 48,4%. Nel 2023, le previsioni di assunzione in azienda sono state 526.610, con 262.100 lavoratori difficili da reperire, pari al 49,8%. Tra le micro e piccole imprese, la domanda era di 313.950, ma sono mancate all’appello ben 164.240 unità, pari al 52,3%. In termini di “entrate”, il mismatch per le micro e piccole imprese ha inciso in Italia per 13,2 miliardi di euro di minore valore aggiunto, causato dall’eccessivo ritardo nell’inserimento in azienda di nuovo personale. In Veneto, la perdita è stata di 1 miliardo e 432 milioni di euro.
LE SOLUZIONI PROPOSTE
«Crediamo sia arrivato il momento di metterci tutti attorno a un tavolo e discutere di questo», avverte Boschetto. L'analisi del mismatch va affrontata sotto vari aspetti, coinvolgendo istituzioni, associazioni di categoria, organizzazioni sindacali, mondo dell’istruzione e della formazione. È il momento di programmare politiche adeguate e incisive che investano il settore economico e sociale e che siano concertate e condivise con tutti i soggetti interessati, pubblici e privati.
IL RUOLO DELLE AZIENDE PIÙ STRUTTURATE
Non si tratta solo di un problema delle imprese più piccole. Secondo i dati Istat, elaborati sempre dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Veneto, il 41,3% delle aziende più strutturate ha offerto ai candidati un incremento salariale, il 32,9% maggiore flessibilità di orario e il 21,8% gradi crescenti di autonomia sul lavoro in relazione a specifiche competenze o mansioni.
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