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Inchiesta contro agenti della Questura
14.08.2024 - 11:21
La Procura della Repubblica di Verona ha depositato l'atto di conclusione delle indagini nei confronti di 18 agenti della Questura, accusati a vario titolo di tortura, lesioni, falso in atto pubblico e abuso del ruolo. Le accuse riguardano presunti maltrattamenti nei confronti di indagati trattenuti in loro custodia, tossicodipendenti o stranieri senza fissa dimora. Questo rappresenta l'epilogo di un'inchiesta che ha scosso profondamente la città e l'intero corpo di polizia.
L'indagine ha avuto inizio nel giugno 2023, quando cinque poliziotti furono arrestati, ritenuti il gruppo principale responsabile dei pestaggi in Questura. L'inchiesta ha poi coinvolto altri 17 agenti, accusati di aver "chiuso gli occhi" di fronte alle violenze perpetrate dai colleghi. La notizia, riportata oggi dal quotidiano "L'Arena", ha suscitato un'ondata di indignazione e preoccupazione tra i cittadini e le istituzioni.
I PROTAGONISTI DELL'INCHIESTA
Tra gli indagati per tortura figurano nomi noti come Filippo Failla Rifici, Roberto Da Rold e D.B., quest'ultimo non più in servizio. Altri due agenti, Loris Colpini e Alessandro Migliore, sono attualmente sotto processo con giudizio immediato. I sostituti procuratori Carlo Boranga e Chiara Bisso, che hanno condotto l'inchiesta, hanno escluso dall'elenco degli indagati Federico Tomaselli, la cui posizione è mutata e potrebbe preludere all'archiviazione.
LE ACCUSE E LE PROVE RACCOLTE
Le accuse mosse contro gli agenti sono gravi e variegate. Si parla di tortura, lesioni, falso in atto pubblico e abuso del ruolo. Le vittime dei presunti maltrattamenti erano per lo più persone vulnerabili: tossicodipendenti e stranieri senza fissa dimora, trattenuti in custodia per vari motivi. Le prove raccolte durante l'indagine includono testimonianze, video e documenti che avrebbero confermato le violenze subite dai detenuti.
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