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Vaiolo delle scimmie: l'allarme sanitario si intensifica in Italia

Sei casi in Veneto e due in Friuli Venezia Giulia. L'Italia rafforza la sorveglianza sul vaiolo delle scimmie

Vaiolo delle scimmie: l'allarme sanitario si intensifica in Italia

LA SITUAZIONE ATTUALE
Dopo che l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato l'emergenza sanitaria internazionale, anche il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) ha lanciato un'allerta in ambito europeo. In Italia, la vigilanza sul vaiolo delle scimmie è stata rafforzata, soprattutto nel Nordest. Dei nove nuovi casi registrati negli ultimi due mesi a livello nazionale, sei si sono verificati in Veneto e due in Friuli Venezia Giulia. L'altro caso è stato riscontrato in Lombardia, che detiene il triste primato in termini assoluti con 441 casi su un totale di 1.056 contagi confermati dal maggio 2022.
Riccardo Riccardi, assessore alla sanità della Regione Friuli Venezia Giulia, ha dichiarato da Trieste: «Indicazioni alle regioni arriveranno lunedì, come comunicato dal dipartimento del ministero. Siamo allertati e presenti per eventuali misure che potessero arrivare di attività legate alla sorveglianza. Ma stiamo parlando di una situazione sotto controllo al momento, non credo sia questione di fare allarmismi». Le parole di Riccardi riflettono un approccio prudente ma vigile, in linea con le raccomandazioni del Ministero della Salute.

MODALITÀ DI TRASMISSIONE E SINTOMI
Il virus del vaiolo delle scimmie si trasmette principalmente attraverso il contatto diretto con lesioni della pelle e delle mucose o con i fluidi corporei. Può anche essere trasmesso durante l'attività sessuale, attraverso goccioline di saliva (droplets) nei faccia a faccia prolungati, e toccando oggetti contaminati come indumenti, asciugamani, lenzuola e stoviglie. I sintomi includono eruzioni cutanee con vescicole, febbre, linfonodi ingrossati, infiammazione e dolore a livello rettale, mal di testa, dolori muscolari e debolezza. La malattia generalmente dura da due a quattro settimane e si risolve con adeguato riposo, anche se in alcuni casi possono essere somministrati antivirali.

LA VARIANTE PIÙ PERICOLOSA
Nel giorno di Ferragosto, è stato segnalato in Svezia il primo caso di clade 1, la variante più pericolosa del virus, al di fuori dell'Africa. Recentemente, anche il Pakistan ha riportato un caso di questa variante. L'ECDC invita a tenere alta la guardia, poiché è altamente probabile che si verifichino in Europa più casi importati della malattia causati dalla mutazione del virus rispetto alla clade IIb, responsabile dell'epidemia del 2022 nella Repubblica Democratica del Congo.

LA SORVEGLIANZA IN ITALIA
In Italia, il Ministero della Salute ha deciso di rafforzare la rete di sorveglianza diagnostica. Mara Campitiello, capo del Dipartimento della Prevenzione, osserva che la situazione epidemiologica è attualmente sotto controllo, poiché non sono stati accertati casi del nuovo ceppo. Tuttavia, l'attenzione rimane alta per prevenire una possibile diffusione.

IL RUOLO DEL VACCINO
L'Istituto Superiore di Sanità (ISS) ritiene che chi è stato immunizzato contro il vaiolo, una pratica abolita in Italia nel 1981, sia a minor rischio di infezione da vaiolo delle scimmie. Tuttavia, nell'attuale contesto epidemiologico, l'ISS non raccomanda la vaccinazione per la popolazione generale. La vaccinazione rimane consigliata per alcune categorie di persone più a rischio, come coloro che hanno avuto attività sessuale con più partner negli ultimi tre mesi o il personale di laboratorio esposto a orthopoxvirus.

LE RACCOMANDAZIONI DEGLI ESPERTI
L'infettivologo Matteo Bassetti avverte: «Occorre organizzarsi presto con tutte le misure di terapia e profilassi per evitare la diffusione globale». Claudio Maria Mastroianni, ex presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, commenta: «Niente allarmismi, solo tanta prudenza».

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