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Giovanni Manildo: «Un Veneto nuovo è possibile. Insieme»

Da Treviso parte la sfida dell’ex sindaco: giovani, salute, ambiente e lavoro al centro della campagna “Creare Futuro”

Manildo lancia la sua corsa per il Veneto dal cuore di Treviso, con una campagna partecipata e radicata nei territori. Al centro del progetto “Creare Futuro” ci sono giovani, sanità, ambiente e lavoro. Un’alternativa credibile alla destra, costruita con metodo, ascolto e spirito collettivo

È partito dal cuore verde di Treviso, nel suggestivo scenario del Parco degli Alberi Parlanti, il cammino di Giovanni Manildo verso la presidenza della Regione Veneto. Una scelta simbolica e tutt’altro che casuale, quella di inaugurare la campagna elettorale in un luogo aperto, inclusivo, legato alla sua giovinezza e oggi teatro di una proposta politica che vuole rompere gli schemi e costruire un’alternativa credibile alla destra che governa la regione da oltre trent’anni.

«Mi candido perché sento che questa volta è davvero possibile cambiare. Perché non è la sfida di uno solo, ma un percorso collettivo. Dal Veneto di uno al Veneto di tutti», ha dichiarato Manildo,   davanti a un pubblico ampio e partecipe.

 Avvocato, 55 anni, padre di tre figli, Manildo è noto per la sua esperienza amministrativa come sindaco di Treviso dal 2013 al 2018, quando interruppe l’egemonia ventennale della Lega sconfiggendo al ballottaggio Giancarlo Gentilini. Lo fece con una coalizione ampia, civica e progressista, dimostrando che l’alternativa è possibile, se costruita con metodo, credibilità e capacità di ascolto.

Esponente della sinistra cattolica, formatosi come consigliere comunale e dirigente locale del PD, è oggi una figura riconoscibile e trasversale, capace di parlare tanto all’elettorato progressista quanto a quello moderato e civico.

La sua esperienza politica si intreccia con quella professionale: si occupa di diritto dell’energia, efficienza e comunità rinnovabili, un settore che riflette l’impronta ecologista e pragmatica che vuole portare nella Regione.

 A sostenere la sua candidatura è una coalizione ampia, plurale e unitaria, che raccoglie Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra, Movimento 5 Stelle, Rete delle Liste Civiche Progressiste, Veneto che Vogliamo, +Europa, Volt, PSI e Movimento Socialista Liberale.

«È una proposta costruita nel tempo – spiega – con le primarie delle idee e tanti gruppi che, superando le differenze, hanno deciso di mettersi insieme. Non per un simbolo, ma per un progetto.»

Un progetto che ha un titolo eloquente: “Creare Futuro”. E non a caso, ad aprire l’evento sono stati Matilde e Tommaso, due giovani che sono  interventi sulle politiche giovanili partendo dai dati del Sole 24 Ore. «Devono essere i giovani a indicarci i temi – ha detto Manildo –. È finito il tempo in cui gli adulti mangiano la mela e raccontano il gusto ai ragazzi.»

 Il cuore del programma è chiaro: una Regione più vicina ai cittadini. Tra le priorità: La sanità pubblica, come diritto universale e accessibile, con investimenti su personale, servizi territoriali e salute mentale; L’ambiente, da proteggere e valorizzare come risorsa economica e sociale, anche attraverso il sostegno alle comunità energetiche e all’efficienza; Il lavoro, con attenzione alle nuove generazioni, al lavoro dignitoso e alle imprese innovative; La casa e i trasporti pubblici, temi sollevati dai giovani, centrali per garantire autonomia e futuro; La sicurezza degli anziani, in una visione che tiene insieme le fragilità e le energie di una società complessa.

 

Durante il suo intervento, visibilmente commosso, Manildo ha voluto condividere con il pubblico due letture che lo hanno profondamente segnato: Bella e perduta. Canto dell’Italia garibaldina e Verranno di notte, entrambi firmati da Paolo Rumiz. “ I libri –ha spiegato-sono belli per il tema che pongono, per la forza con cui affrontano le cose con spirito forte e con convinzione, che le cose si possono davvero cambiare”.

“Sarà una campagna non convenzionale, ma molto seria”, come la definisce lo stesso Manildo. Un percorso collettivo in cui ciascuno sarà chiamato a mettere in gioco le proprie competenze, le proprie idee. Un progetto in cui le differenze non dividono, ma arricchiscono, rendendo più forte e credibile la proposta. Questo è il “metodo Manildo”: passare da un Veneto per pochi a un Veneto che appartiene a tutti.

 

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