
La Disprassia Infantile verbale è un disordine del linguaggio spesso di natura neurologica nel quale il bambino presenta delle difficoltà nel programmare e nel produrre in modo rapido, accurato e costante nel tempo gli schemi motori articolatori per produrre un messaggio vocale Essa non è sempre associata a problemi di ipotonia della muscolatura coinvolta nelle altre funzioni orali. Sono diverse le caratteristiche che sono generalmente accettate per effettuare una corretta diagnosi differenziale rispetto ad altri tipi di deficitlinguistici intesi come difficoltà a livello simbolico. Caratteristiche principali: difficoltà nell’impostazione e nel mantenimento di schemi articolatori e nel passaggio fra di essi, difficoltà nel passaggio adeguato da un suono ad un altro /da una sillaba ad un’altra, distorsione delle vocali, errori prosodici: viene interessata anche la “melodia” del discorso, con carenze nei pattern prosodici; di conseguenza, l’eloquio di un bambino con disprassia risulta monotono o robotico, incostanza dei pattern errati quando viene ripetuta una parola. Un progetto terapeutico per un bambino con disprassia a questi livelli deve tener conto della natura del disturbo in generale, dei punti di forza e di debolezza del bambino. Di seguito sono presentati degli approcci spesso risultati efficaci per trattare la compromissione linguistica. Principi di apprendimento motorio. Poiché il parlare è un compito motorio altamente complesso e la disprassia può esprimersi appunto quale disturbo dei movimenti articolatori, i principi dell’apprendimento motorio spesso vengono inseriti all’interno del trattamento clinico di questi bambini.
Questi principi generali ci dicono che l’abilità di portare a compimento con successo un’azione esperta migliora con l’allenamento, e che certi tipi di esercizio possono risultare più efficaci, come dimostrato di seguito: 1. L’allenamento consente di perfezionare un’abilità: la componente più importante per l’apprendimento motorio è la pratica. Se un bambino effettua il corretto movimento o una corretta sequenza di movimenti più volte quello che otteniamo è appunto un apprendimento motorio. I bambini che presentano DS necessitano di frequenti ed intensive occasioni prassiche. 2. È importante la “preparazione”: il risultato è ottimale se il bambino è pronto prima di iniziare l’attività. L’essere “pronti” ha a che fare con la fiducia, la motivazione e l’attenzione focalizzata sul compito motorio che deve compiere per effettuare un movimento articolatorio efficace. 3. Le spiegazioni sono utili: otteniamo un adeguato apprendimento nel momento il cui il bambino sa cosa gli viene chiesto e perché. 4. Come impostare il lavoro sulle prassie: l’allenamento di una abilità per volta provoca un più veloce apprendimento della stessa abilità, ma d’altro canto questo fa sì che tale abilità venga generalizzata più lentamente al di fuori del contesto del trattamento. Allenare, invece, più abilità nello stesso momento può allungare i tempi di apprendimento ma si ritiene che porti più facilmente a generalizzare le abilità stesse al di fuori del mero contesto del trattamento.
5. La rapidità influenza l’apprendimento: rallentare uno schema motorio può facilitarne l’apprendimento, ma esagerare in questo senso può altresì interferire con l’apprendimento dell’abilità motoria. 6. Il feedback è fondamentale: la natura, il momento e la quantità di feedback forniti al bambino hanno delle ricadute sulla qualità e la rapidità dell’apprendimento di una abilità. Una volta pianificato il trattamento basato sui punti di forza e sulle necessità del bambino, possono essere utilizzate diverse tecniche di trattamento, che presentano tali principi generali, per elicitare il “corretto” schema articolatorio: facilitazioni visive, stimoli integrati: approcci che utilizzano una precisa gerarchia di target articolatori e che richiedono che il bambino imiti delle produzioni verbali (sillabe, parole o frasi) prodotte dal clinico con un approccio basato sull’integrazione fra vedere, ascoltare e fare quello che il riabilitatore fa; approssimazioni progressive, posizioni fonatorie,facilitazioni tattili e/o facilitazioni prosodiche e linguaggio gestuale. A cura di A. Bortoluzzi – S. Minichiello (Logopedisti) Dott.ssa Mara Gazzi Psicologa dell’Età Evolutiva
Dott.ssa Gazzi Mara - Psicologa dell’Età Evolutiva e della Psicopatologia dell’apprendimento Esperta in Neuropsicologia Clinica - Via Luigi Einaudi 63 (AreaTosi) Rovigo - tel. 3479376493 - e-mail: 78mara@alice.it - www.equipeetaevolutiva.it L’Approdo s.c.s Ente affiliato POLOAPPRENDIMENTO Porto Viro (Prevenzione Potenziamento Riabilitazione)