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Morti sul lavoro

Strage silenziosa sul lavoro: Padova prima in Veneto per morti nei primi mesi del 2025

Triplicati i decessi sul lavoro in Veneto nel primo trimestre dell’anno

Incidenti sul lavoro

Foto di repertorio

Nei primi tre mesi del 2025, il Veneto fa i conti con una vera emergenza: i decessi sul lavoro sono triplicati rispetto allo stesso periodo del 2024, passando da 7 a 21. Tra le province, Padova emerge come la più colpita, con sei vittime. A rivelarlo è il report dell’Osservatorio Sicurezza Vega, che accende i riflettori su una crisi che, dietro i numeri, nasconde storie di vita spezzate e tutele mancanti.

Il dato regionale, seppur allarmante, registra un calo dell’incidenza statistica (5,8 contro la media nazionale di 6,3 morti per milione di lavoratori), inserendo il Veneto nella cosiddetta “zona gialla”. Ma il dettaglio provinciale racconta un’altra verità: Venezia è in “zona rossa” con un tasso di 10,9, Vicenza in “arancione” con 7,7, mentre Padova si attesta a 6,7, ben al di sopra della soglia di sicurezza.

Le denunce di infortunio complessive in Veneto a marzo 2025 sono 17.219, in leggera crescita rispetto all’anno precedente. Ancora una volta Padova guida la classifica con 3.446 casi, seguita da Verona e Vicenza. Il settore manifatturiero si conferma il più colpito, seguito da edilizia, commercio, logistica e sanità. Gli uomini restano i più coinvolti, ma non mancano tragici episodi anche tra le lavoratrici: due le vittime donne, una sul luogo di lavoro e una durante gli spostamenti.

Colpisce soprattutto la vulnerabilità dei lavoratori stranieri: su 21 morti, ben 11 erano immigrati. È un dato che apre una riflessione sulla fragilità dei diritti di chi lavora spesso nelle condizioni più difficili, esposto a maggiori rischi e con minori tutele.

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